"A Campobello c'erano cinque mafiosi: Alfonso Passanante, con cui ero parente, Leonardo Bonafede, Nunzio Spezia e fratelli Nicolò e Lillo Alfano. Comandava Bonafede. Era un capodecina". Queste le sue parole nel processo che vde imputate vede sette persone, tra le quali anche l'ex sindaco Ciro Caravà. Rispondendo alle domande del pm Padova e del presidente Natoli, Bono ha dichiarato: «Ero molto vicino a Cosa Nostra di Campobello. Mai, però, sono stato affiliato, anche se mi fu proposto. Nella mafia avevo parenti e amici nella mafia, ma io non ho commesso reati per l'associazione. Solo una volta ho sbagliato a mettere una loro auto, per tre o quattro giorni, in un mio magazzino. Non potevo dire di no. Il favore, a nome di Bonafede, me lo chiese Cinuzzo Urso (Raffaele, ndr). Cosa dovevano fare? Non lo sapevo. Poi, ho sentito che hanno sparato a Natale L'Ala, che comunque si salvò. Prima di ucciderlo, gli spararono diverse volte».