La richiesta è stata avanzata il sostituto procuratore generale Lucilla Tontodonati nel corso del nuovo processo che si celebra a Milano. Angelo Cottarelli, la sua compagna, Marzenne Topar, ed il figlio Luca furono assassinati, il 28 agosto del 2006, all'interno di una villetta alle porte di Brescia. Alcuni giorni dopo il delitto la polizia fermò un ex faccendiere, Dino Grusovin. L'uomo, sospettato di essere coinvolto nel triplice omicidio, messo alle strette decise di collaborare e puntò il dito contro Vito e Salvatore Marino. Rivelò che Angelo Cottarelli era da tempo in affari con i due cugini. L'imprenditore doveva dei soldi a Vito e Salvatore Marino. Il 28 agosto i due cugini si sarebbero recati presso la villetta di Cottarelli insieme con il faccendiere ed un quarto uomo mai identificato.
Nel corso dell'incontro sarebbe scoppiata una violenta lite. Vito e Salvatore Marino avrebbero ucciso l'imprenditore ed i suoi familiari.
Dopo l'assoluzione, in primo grado, i due cugini sono stati condannati, in appello, alla pena dell'ergastolo. La Corte di Cassazione aveva però annullato la sentenza disponendo la celebrazione di un nuovo processo che questa volta come sede doveva avere Milano.
Gli avvocati Giuseppe Pesce e Giovanni Palermo, difensori degli imputati, hanno ribattuto alla pubblica accusa sostenendo che non ci sono riscontri alle dichiarazioni di Grusovin. Gli avvocati Pesce e Palermo hanno inoltre evidenziato che su un bicchiere di vino che si trovava vicino ad una delle vittime c'erano alcune impronte non appartenenti né agli imputati, né a Grusovin, né alla vittime. Il processo riprenderà il 24 giugno.
CAMPUS BELLI. Sono stati assolti dal gup di Palermo Giangaspare Camerini due imputati coinvolti nell'operazione antimafia «Campus Belli» (del 16 dicembre 2011) che avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Si tratta di Filippo Greco, 62 anni, imprenditore di Campobello, trasferitosi a Gallarate (Va), ritenuto dagli investigatori uno dei finanziatori, nonché «consigliere economico», dell'organizzazione mafiosa campobellese, e Calogero Randazzo, 63 anni, in passato già condannato per associazione mafiosa. Per Greco il pm Pierangelo Padova aveva invocato la condanna a 12 anni di carcere, mentre 10 anni erano stati chiesti per Randazzo. A difendere quest'ultimo è stato l'avvocato Biagio Di Maria, mentre Michele e Antonella Moceri sono i legali di Greco. Nel corso del processo, è stata ascoltata, su citazione dell'avvocato Di Maria, Vincenza Licata, amministratore della sala ricevimenti «L'Ancora», che ha dichiarato di non avere mai assunto Randazzo, né di essere stata contattata a tal fine.
Al Tribunale di Marsala, intanto, si avvia già alle battute finali il processo alle altre sette persone coinvolte nell'operazione «Campus Belli». Tra queste, l'ex sindaco Ciro Caravà e l'anziano boss Leonardo Bonafede. Con loro, alla sbarra, anche Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, Gaspare Lipari, Antonino Moceri, e Antonio Tancredi. Gli ultimi due, operanti nel settore olivicolo, sono accusati di concorso esterno. Secondo gli investigatori, la famiglia mafiosa campobellese avrebbe mantenuto uno stretto collegamento con Matteo Messina Denaro, infiltrandosi «progressivamente nelle attività imprenditoriali dell'area».