In ballo ci sono, tra l'altro le nomine a Trapani Servizi, la municipalizzata che si occupa del settore della raccolta differenziata in città, e della municipalizzata dei trasporti, Atm. Quest'ultima, a differenza della prima, pare godere di una buona salute grazie all'oculata gestione del presidente Riccardo Saluto. E' probabile, però, che il Sindaco preferisca aspettare l'approvazione del bilancio preventivo, il primo della sua gestione, per entrare nel merito delle nomine, in modo da evitare che l'attività amministrativa abbia contraccolpi da eventuali malumori che potrebbero essere generati. Sul banco anche il nome dell'assessore donna che manca - a pena di decadenza dell'organo - nela sua giunta. In questo senso pare che l'assessore che manca all'appello dovrebbe andare al gruppo dei "Riformisti", composto dai consiglieri Franco Briale, Tiziana Carpitella ed Andrea Vassallo che fanno riferimento al Psi dell'onorevole Nino Oddo. Il nome che gira è quello di Ivana Inferrera. Per Trapani Servizi e Atm, invece, le presidenze dovrebbero andare al Pdl e al gruppo Mir-Noi per Trapani che si riconosce nell'on. Paolo Ruggirello e nell'ex deputato regionale Livio Marrocco.
Il Sindaco Damiano deve fare sempre i conti con i durissimi attacchi del suo predecessore, Mimmo Fazio, oggi consigliere comunale e deputato regionale. L'occasione del nuovo scontro è stata proprio la votazione del conto consuntivo:
"Le affermazioni del sindaco Damiano sono come sempre ridicole, destituite di fondamento ed un maldestro tentativo di scaricare su altri quelle che sono sue responsabilità. Non è colpa mia, ma probabilmente Damiano me l'attribuirebbe, se l'attuale amministrazione è incapace, se l'attuale sindaco ad un anno dal suo insediamento non è in grado di distinguere tra patto di stabilità, dissesto finanziario, avanzo d'amministrazione, fondo cassa, etc. Dice che non può proseguire le opere già in cantiere? E perché non si occupa neanche di normale amministrazione, ma solo di fare passerella? Non ci sono costi aggiuntivi da sostenere, rispetto a quelli che il Comune sostiene comunque, per garantire la pulizia della città, rimuovere le erbacce, curare il verde pubblico. I dipendenti che si occupano di queste attività mi risulta che siano ancora dipendenti. La verità è che disinteressandosi di tutto non si ottiene alcun risultato. Non posso non rilevare che Damiano, per nascondere quella che è una sua velleità (non posso dimenticare la sua elegante frase, dettami all'indomani delle elezioni: “devi farti da parte, perché offuschi la mia immagine”), tipica dei vanagloriosi, la attribuisca agli altri. La mia amministrazione ha realizzato le opere ed ha curato la città per interesse verso la collettività e per dare il proprio contributo alla sua crescita. Chi disprezza la propria città ed i suoi cittadini, mantenendone accuratamente le distanze e disinteressandosene, non può comprendere il significato dell'impegno per un riscatto che la città meritava. Gli ricordo ancora che la mia amministrazione gli ha lasciato in eredità 25 milioni di euro di finanziamenti per opere pubbliche. Che fine hanno fatto? La mia amministrazione può dire con orgoglio di avere speso tutti i finanziamenti messi a disposizione da Regione, Stato, Unione Europea, tanto da essere mostrata pubblicamente come esempio. Con la sua dovremmo tristemente ritornare ai tempi in cui i finanziamenti concessi venivano revocati perché le opere non vengono realizzate? Ricordo poi al sindaco Damiano che era perfettamente a conoscenza, perché ne era stato informato, delle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare, così come le ho affrontate io. Difficoltà dettate non da mancanza di fondi, che invece, come dimostra il consuntivo, ci sono, ma dai tagli ai trasferimenti di Stato e Regione. Sul Lazzaretto Damiano sapeva benissimo che il bene non era vendibile, così come è stato più volte ribadito in sede di commissione consiliare. La sua presunzione probabilmente non gli ha consentito di ascoltare e prendere atto della scelleratezza di questa operazione".
Controreplica di Damiano:
"Confermo totalmente quanto già detto nella replica del 29 maggio e i singoli punti trattati, ai quali il consigliere Fazio non ha saputo opporre chiare, puntuali e convincenti argomentazioni se non le solite proprie, e in quanto tali, discutibili opinioni. Il suo gioco è evidente: attacco, replica, controreplica e l'ultima la dico io, perché sono il più bravo!
Ritengo necessario che chi ha responsabilità politiche e, quindi, istituzionali, ma non il senso della misura, si converta al senso dello Stato e delle Istituzioni ed abbandoni la via dell'egocentrismo smodato, dell' osannazione dell'IO, della ricerca di facili e pericolosi consensi aizzando la gente, soprattutto in questo momento di difficoltà sociale, politica ed economica, contro chi, quantomeno per ruolo, rappresenta le Istituzioni".