Si tratta di Salvatore Alario, di 20 anni, Salvatore Asaro, di 53 anni e Umberto Sisia, di 56 anni.
Sono in particolare i nomi di Salvatore Asaro e Umberto Sisia quelli che risaltano per quanto riguarda il filone del traffico internazionale di stupefacenti. Asaro e Sisia, definiti "narcotrafficanti della criminalità organizzata mazarese", da quanto evidenziato da alcune intercettazioni hanno avuto contatti, per l'acquisto della droga, rispettivamente con persone del Sudamerica, per importare cocaina e della Tunisia per importare hashish. In una conversazione Salvatore Asaro esterna a un sudamericano, in corso di identificazione, l'intenzione di creare un canale di importazione tanto vasto da poter rifornire l'intera Sicilia.
Asaro: "Mi ascolti? Qui non c'è più tempo di scherzare. Se dobbiamo lavorare, lavoriamo. Io mettiamo sono il responsabile di tutto. Ci siamo? Ho detto due parole, vuoi la Sicilia ti do la Sicilia, perché sono in grado di dartela".
Nel mese di settembre 2012, invece, Umberto Sisia è stato monitorato mentre si recava in Tunisia con un altro arrestato, Franco Scimone, per definire alcuni aspetti relativi all'acquisto di hashish. L'indagine, inoltre, ha consentito ai carabinieri di accertare che oltre a Mazara pure Marsala era divenuta, per il sodalizio, un importante canale di smistamento della droga al di fuori della provincia di Palermo.
Inoltre, da un'altra intercettazione telefonica tra Sisia, Asaro e un nipote di quest'ultimo, gli investigatori hanno appreso che l'organizzazione dispone anche di armi da fuoco e che sarebbe stata pronta ad utilizzarle, mentre in un'altra circostanza Asaro è stato ascoltato mentre chiedeva a un suo fidato amico palermitano di procurargli una pistola perchè temeva di essere ucciso. Asaro: "Allerta e ferri da stiro mi servono. Qualche giorno di questi mi ammazzano. Vengo domani. I colpi ci sono?».