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09/07/2013 10:13:54

Dossier del servizio sismico: in caso di un grave terremoto scenari tragici in Sicilia

La risposta è contenuta in un dossier del Servizio sismico nazionale, la banca dati della Protezione civile, anticipato a maggio da L’Espresso e in seguito rielaborato da diverse fonti. E per la Sicilia si tratta di numeri agghiaccianti. Soltanto nelle 10 città-campione considerate, ci sarebbe un bilancio di 436.347 fra morti e feriti, con 373.544 persone senza tetto. C'è un elemento di ulteriore preoccupazione: l’84% degli immobili abusivi, in Sicilia, sorge su terreni sottoposti a vincoli sismico (7 su 10 con livello medio-alto) e idrogeologico.

 Il Servizio sismico nazionale è arrivato a queste stime calcolando diversi fattori: oltre alla densità abitativa, sono decisivi i dati del Sige (Sistema informatico di gestione delle emergenze) della Protezione civile, soprattutto quelli sulla vulnerabilità degli edifici in base all’epoca e ai materiali di costruzione, oltre che all’altezza degli immobili e alla tipologia di terreni sui quali sorgono. Su questi elementi vengono stilati i cosiddetti “Scenari di danno comunali”, basati su tre diverse ipotesi: terremoti di intensità bassa, media e alta. Quest’ultima è pari alla massima registrata nel singolo comune. Per la Sicilia sud-orientale si fa riferimento al catastrofico terremoto dell’11 gennaio del 1693 (7.4 di magnitudo, 54mila morti accertati e una cinquantina di città rase al suolo), per il Messinese il termine di paragone è il sisma sullo Stretto del 28 dicembre 1907 (7.1 di magnitudo, vittime stimate fra 60 e 80mila).
Cosa accadrebbe oggi se si ripetessero quegli eventi? Catania sarebbe la città con il più alto numero di quelle che i tecnici chiamano “persone coinvolte” (161.829 fra morti e feriti), oltre che la capitale nazionale dei senza tetto, in tutto 136.000. Sul secondo gradino del podio degli scongiuri c’è Messina, con 111.622 cittadini fisicamente coinvolti e 95.365 sfollati. Siracusa è al quinto posto di questa “lista nera” (63.480 morti e feriti; 49.859 senza tetto), superata da Reggio Calabria (84.559 e 74.187) e Foggia (73.539 e 64.468). Preoccupante anche l’impatto su Ragusa (32.168 e 27.493), Vittoria (26.399 e 22.835), Noto (10.264 e 8.612) e Pachino (8.278 e 9.245). Lo studio prende in considerazione anche le tre principali zone industriali della parte orientale dell’Isola: le conseguenze più pesanti per i cittadini sarebbero in quella aretusea (Augusta e Priolo, rispettivamente con 16.283 e 5.290 vittime; 13.312 e 4.841 senza casa), più contenuti a Milazzo i danni alle persone (734 coinvolte), ma pur sempre con 5.973 sfollati.. La stima: nell’Isola “la probabilità del verificarsi di un nuovo terremoto di magnitudo 7 entro i prossimi 150 anni supera il 99%”.
Basta accostare i dati storici (seppur approssimativi, visto che sono del 1693 e del 1908) a quelli della simulazione del Big One per accorgersi che a distanza di secoli – nonostante i giganteschi passi avanti nei materiali e nelle tecniche costruttive – il bilancio delle vittime e degli edifici crollati sarebbe paradossalmente molto più pesante al giorno d’oggi. Il Servizio sismico nazionale ci parla di “persone coinvolte”, senza distinguere morti e feriti; ma fa impressione che nella sola Catania questo numero – seppur indeterminato – è tre volte più alto del totale di tutte le vittime del 1693.