Il Lazzaretto, semplicemente, faceva da “filtro” nell’ottocento tra chi arrivava dal mare e la città. Era un luogo di quarantena per i malati, quando c’erano le grandi epidemie di colera. E una grande dogana, in cui si fermavano persone e merci per essere controllate prima di arrivare in città. E’ stato operativo fino agli anni ’60 del secolo scorso, dando anche ospitalità agli sfollati del terremoto del Belice.
E’ stato tutto il Lazzaretto. Oggi una parte di questa grandissima struttura che si affaccia sull’isola della Colombaia è sede della Lega Navale trapanese. E negli ultimi mesi è diventato una semplice voce su una determina dell’amministrazione comunale. Quella sui beni da vendere per fare cassa. Non è più così, il Lazzaretto, dopo la mobilitazione di un nutrito gruppo di cittadini, è un bene inalienabile. Rimane del Comune, non si può vendere.
Cosa è successo? E’ successo che a dicembre l’amministrazione Damiano deve escogitare un modo per tappare lo sforamento del patto di stabilità da 11 milioni di euro. E allora decide di mettere in vendita il Lazzaretto, il prezzo fissato è proprio 11 milioni di euro. Da qui si è creato un comitato spontaneo di cittadini, chiamato “Lazzaretto Nostro”. E perché il Lazzaretto deve essere dei cittadini trapanesi? Perché è un bene culturale, lo dice il Piano regolatore del Comune di Trapani. E’ un bene destinato alla manifestazione delle arti, della cultura, dice il piano regolatore, e anche delle attività legate al mare. Altri immobili del genere a Trapani, che possano essere utilizzati come centro culturale, non ce ne sono. E’ l’unico. Ed è la destinazione culturale che vogliono i tanti cittadini riuniti in comitato. Adesso il Lazzaretto è inalienabile, non si può vendere. Lo ha decretato l'Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana che ne riconosce l'insieme di valori storici e culturali che racchiude. Fuori mercato, quindi. Il comitato gioisce. Ma adesso ci vogliono proposte concrete per rilanciarlo, ci vuole la volontà dell’amministrazione di farne perno culturale dell’area portuale. Con la villa Nasi e la Colombaia ai suoi fianchi, il Lazzaretto potrebbe essere l’hub culturale della città. Ed è su questo fronte che i cittadini del comitato stanno studiando un progetto concreto da proporre al Comune.
Un'area libera di 3.900 metri quadrati e di 3.400 di superficie coperta, sul Lazzaretto negli anni sono stati spesi tanti soldi. Ma alla fine è stato lasciato abbandonato. L’ultima ristrutturazione è stata fatta con i fondi europei del Por 2000-2006 e ha riguardato un’ala dell’immobile che doveva essere un centro informativo dei percorsi delle saline e sulla Colombaia. Soldi spesi, centro mai entrato in funzione e oggi completamente abbandonato, anche gli scatoloni dei depliant sono rimasti intatti. E 250 mila euro di soldi pubblici andati in fumo. E ancora nel 2005 il Comune mette nero su bianco un progetto per trasformare il Lazzaretto in un centro nautico di valenza internazionale. Con servizi di ricezione, spazi didattici per lo sviluppo delle attività marinare, sale di rappresentanza del Comune di Trapani e dell'Autorità Portuale. Doveva esserci anche una scuola di vela, con tanto di foresterie per ospitare gli allievi, e ancora laboratori artigianali di supporto e attività commerciali per trasmettere la tradizione artigiana e commerciale trapanese. E per concludere un museo tematico del mare. Costo circa 4 milioni di euro da finanziare confondi del Ministero dei Beni Culturali per l'80 per cento, il resto con fondi comunali. Un buco nell’acqua anche questo.