Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
21/07/2013 04:56:25

Beni confiscati alla mafia consegnati ai comuni trapanesi. Ma adesso bisogna usarli bene

E a consegnarli è stato direttamente il prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’agenzia nazionale dei beni confiscati, nel corso di una riunione nella sede palermitana dell’agenzia. Presenti anche il Prefetto di Trapani Marilisa Magno e il vescovo di Mazara Domenico Mogavero.
Caruso ha commentato l’attività svolta dall’agenzia che presiede e l’utilità della confisca dei beni ai mafiosi per i quali “la galera rappresenta una medaglia, mentre la spoliazione del loro patrimonio equivale a rendere il re nudo togliendo loro credibilità e autorevolezza”. “Bisogna richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla situazione della provincia di Trapani – ha aggiunto Caruso. Qui sono stati registrati dei risultati encomiabili nel contrasto alla criminalità organizzata”. Per Caruso l’incontro di Palermo e la consegna simbolica dei beni serve “soprattutto per mostrare l'operato oscuro ma encomiabile di chi lavora, spesso sottotraccia, per restituire ai fini sociali i beni confiscati alla collettività”. La vera conquista per il direttore dell’agenzia dei beni sequestrati non è tanto la fase iniziale delle misure cautelari, degli arresti dei mafiosi, ma soprattutto quelle successive della destinazione dei beni. Ma non sempre fila tutto liscio per i beni confiscati e ridati alla collettività, purtroppo. Spesso, soprattutto quando ad essere assegnati sono immobili e aziende, questi finiscono per essere abbandonati o nel caso delle aziende entrare in una crisi che fa perdere anche di credibilità lo Stato che le amministra. È il caso, ad esempio, della 6gdo confiscata a Giuseppe Grigoli, il re dei supermercati Despar socio in affari di Matteo Messina Denaro. Oggi i punti Despar sono in crisi di liquidità, non riescono a pagare fornitori, e sono in vista licenziamenti. Per questo Caruso, tra i punti di una riforma della legge sulla confisca e l’uso dei beni tolti ai mafiosi, propone “la costituzione di un fondo di rotazione cui gli enti territoriali e aziende potrebbero attingere per far fronte alle criticità dei beni in assenza di risorse economiche. Caruso ha anche proposto la previsione di incentivi per il personale dell’agenzia, che oggi conta 30 dipendenti che riescono, con tanti sforzi, a portare via dalle tasche dei mafiosi immobili, aziende, e beni.
E nel dettaglio i beni assegnati ai comuni della provincia di Trapani sono 12, in più un immobile è stato consegnato al tribunale di Marsala per l’archivio processuale e un altro al comando provinciale dei carabinieri per un alloggio di servizio del comandante della stazione di Selinunte. Al Comune di Trapani sono stati assegnati due terreni in contrada Rigaletta Milo di 1.100 mq ciascuno e un immobile in corso Mattarella di 160 metri. A Mazara sono stati assegnati due terreni in contrada Costiera e a San Nicola. Al Comune di Marsala un immobile in piazza Carmine. Ad Alcamo due terreni, con fabbricati, in contrada Bosco d'Alcamo. La città di San Vito ottiene due immobili del residence Conturrana. Buseto Palizzolo due terreni e Campobello di Mazara un altro immobile.