Questa volta la gestione è stata affidata alla Cooperativa Airone, che ne farà in parte anche un campeggio. E infatti da oggi Villa Genna sarà ospite del raduno nazionale dei giovani di Libera, l'associazione antimafia fondata da Luigi Ciotti. Villa Genna. Fino al 29 Luglio ci saranno attività didattiche di campo, lezioni sulla legalità, convegni sull'antimafia e altre manifestazioni di aggregazione tra cui concerti e spettacoli. La Villa nel complesso avrà una parte riservata ai camperisti, che è quella confinante con la Provinciale 21, ma tornerà ad avere un bar e un ristorante regolarmente attivi e uno spazio per l'equitazione. Le due ditte che si sono aggiudicate l'appalto, la Airone e quella di Tommaso Favata (per l'equitazione), avranno a carico la manutenzione ordinaria e straordinaria, affinchè la riqualificazione totale eseguita non subisca danneggiamenti o modifiche.
«È un bene che rivive - dice l'assessore al Lavori Pubblici Benny Musillami (che ancora non ha chiarito i suoi rapporti con la ditta Smea a proposito del "bike-gate" scoperto dalla redazione di www.marsala.it) - e che viene restituito alla città nel modo migliore, ossia in occasione di un raduno di giovani che ne metterà in luce tutte le potenzialità e che permetterà alla città di riavvicinarsi. E' una struttura, che poi sarà a disposizione di tutti per le varie attività previste». «Siamo orgogliosi che sia stata scelta la nostra città tra tutte le altre del Sud Italia candidate ad ospitare l'annuale raduno di Libera - aggiunge l'assessore Musillami - e invitiamo i marsalesi ad intervenire, durante lo svolgimento di queste giornate, ma certamente anche dopo, per popolare e vivere Villa Genna, che torna all'antico splendore». Staremo a vedere, nel frattempo è opportuno concentrarsi sul senso della manifestazione di Libera, che coglie l'Amministrazione Comunale in un momento di forti critiche per vicende ancora non chiarite del tutto: dalla casa abusiva probabilmente sanata con una dichiarazione falsa da parte dell'Assessore alla cultura Patrizia Montalto, fino alle inchieste della Procura di Trapani sui falsi alla base della progettazione porto di Marsala, per limitarci ai casi principali.
Nel programma di Libera (che potete scaricare qui), sono previsti diversi appuntamenti. Comincia oggi Nando Dalla Chiesa. Domani, invece, alle 18 e 30, sul palco di Villa Genna ci saranno il giornalista Attilio Bolzoni e il direttore di www.marsala.it Giacomo Di Girolamo.
Libera sceglie per la sua convention una provincia che è zoccolo duro di Cosa nostra, e dove molti amministratori e politici sposano la causa dell'antimafia più per gusto dell'apparire che per reale condivisione dei valori della legalità e della trasparenza della pubblica amministrazione. In questo senso è utile leggere il messaggio del giornalista Rino Giacalone ai giovani che parteciperanno all'evento:
Qui resiste la mafia sommersa, quella che ha riposto ma non sotterrato le lupare e le bombe, ma che indossa grisaglie e porta in giro 24 ore colme di denaro per corrompere. Ma questa è per fortuna la terra di persone coraggiose, Vito Pipitone, sindacalista, Ciaccio Montalto, magistrato, Alberto Giacomelli, giudice, Ninni Cassarà, poliziotto, Mauro Rostagno, giornalista, Giuseppe Montalto, agente di polizia penitenziaria, è la terra di Barbara Rizzo e di Giuseppe e Salvatore Asta, sfido che voi lontani da qui conoscete meglio di noi che stiamo qui le storie di questi trapanesi, è la terra di chi oggi combatte, Fulvio Sodano, AndreaTarondo, Giuseppe Linares, protagonisti di pagine importanti nella lotta alla mafia e che hanno visto, e vedono ancora oggi, sopra di loro mani che vorrebbero portarli via da questa terra, purtroppo tentativo che con Sodano è riuscito, tentativo che per gli altri resta attuale. Questa è la terra che fu anche di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che qui per primi videro la presenza della mafia economica altrettanto forte come quella militare che regna ancora a Palermo, questa è stata la terra che Carlo Palermo cominciò a conoscere stando a Trento, e qui trovò il tritolo ad attenderlo, è la terra di giudici impegnati come Dino Petralia e Alessandra Camassa, e di magistrati meno noti ma altrettanto capaci di fare rispettare la legge e di colpire i “potenti”, come Vincenzo Pantaleo, presidente del maxi processo alla mafia trapanese, Angelo Pellino, Piero Grillo, presidente delle misure di prevenzione. Questa è la terra dei familiari dei carabinieri Apuzzo e Falcetta truicidati negli anni ’70 e ai quali lo Stato qualche mese addietro ha detto che dopo 30anni si è reso conto di avere fatto processare e condannare delle persone che con la morte dei loro cari non c’entrano nulla. E se questi “innocenti” dopo 30 anni riprendono a vivere, quei familiari continueranno a non potere vivere per il dolore che si portano dentro. Questa è la terra che vive grazie a persone semplici, prive di notorietà, come Margherita Asta, Salvatore Inguì, Gisella Mammo Zagarella, Rino Marino, Teresa Nardozza Buccino, Marcello Contento, Vito D’Angelo, Peppe Gandolfo, Silvia Bentivegna, Lucia Calì, Liliana Riccobene, Nicola Pollina, e di altri, docenti, studenti, professionisti, che nel loro piccolo ogni giorno combattono, come tante formiche e però come le piccole formiche si incazzano anche loro perdono le staffe. E hanno ragione di farlo sequesta è pure la terra dove un processato per mafia ha fatto il sottosegretario all’Interno e ha continuato a fare fino a ieri il presidente del consorzio universitario, il senatore D’Alì, è la terra dove i sindaci usano contro i giornalisti l’arma dell’intimidazione usando la legge, questa è la terra dove se una volta la mafia viveva a 100 passi da noi, oggi ha accorciato questa distanza avvicinandosi in modo terribile ai suoi avversari. Ma noi, gli avversari, non dobbiamo più essere disarmati.