Nella sua missiva il primo cittadino ricorda che di recente il Comune di Palermo è entrato in possesso di 30 scuole confiscate alla mafia, ma sottolinea che questo caso e’ un’eccezione. Nella sola città di Palermo vi sono circa 500 appartamenti confiscati “che da soli potrebbero risolvere quasi del tutto l’emergenza abitativa”, ma che restano nell’amministrazione delle società immobiliari confiscate e non hanno alcun uso sociale.
“Se da un lato le procedure sulla gestione, assegnazione ed utilizzo sociale dei beni sequestrati appartenenti a persone – scrive Orlando – consentono una effettiva destinazione sociale degli stessi beni, dall’altro, per i beni di proprietà di società, tale destinazione risulta quasi impossibile”.”Di fatto l’attuale ordinamento, che prevede per le societa’ confiscate soltanto la liquidazione, la vendita o l’affitto – prosegue -, finisce per limitarsi ad alimentare un improbabile e costoso circuito di rendita finanziaria che, ancorchè pubblico, e’ certamente criticabile per lo scarso o nullo utile impatto sociale. L’inadeguatezza del quadro normativo è resa ancora più evidente, qualora la società confiscata sia una società immobiliare, la cui unica attività imprenditoriale è sostanzialmente la riscossione di canoni di locazione, con uno scarsissimo utilizzo di personale dipendente, facilmente assorbibile per attivita’ manutentorie o amministrative, anche attraverso un prospettato Fondo di rotazione”.
Per Orlando “la disponibilità nel patrimonio dell’Ente territoriale di queste grandi risorse rappresenterebbe quindi una enorme risorsa per dare risposta ad una fra le grandi emergenze sociali della città. Un intervento normativo che semplifichi procedure e possibilità di gestione sociale dei beni di proprietà di società sottoposte a confisca – conclude il sindaco – sarebbe quindi quanto mai auspicabile ed urgente per ribadire la volontà e capacità delle Istituzioni di rompere il circuito criminale ed il suo perverso potere economico”.