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23/08/2013 08:00:23

Attilio Manca, il caso è archiviato

Misteri che la giustizia viterbese non è stata in grado di risplvere. Il gip Salvatore Fanti, disponendo l’archiviazione, ha confermato il suicidio per overdose del medico, scartando la pista mafiosa mai peraltro abbandonata dalla famiglia Manca secondo la quale la morte di Attilio sarebbe strettamente collegata al viaggio che Bernardo Provenzano fece a Marsiglia per operarsi alla prostata.
A raccontare questa versione fu il del boss Francesco Pastoia, intercettato dalla polizia, versione però che non ha mai avuto ulteriori riscontri. Pastoia diceva che Provenzano sarebbe stato curato da un urologo siciliano nello stesso periodo (autunno 2003) nel quale Attilio disse alla famiglia di doversi recare in Francia per lavoro (il 28 gennaio Pastoia venne poi trovato impiccato nella sua cella). Arrabbiati i familiari del giovane urologo morto nel 2004: “La procura di Viterbo non ha mai approfondito le dichiarazioni di Pastoia che parlava di un urologo che ha visitato Provenzano. Chi è questo urologo? Fino ad oggi non è stato mai trovato. Questa procura ha scartato a priori la pista di Provenzano perché Attilio doveva morire per droga” ha dichiarato Angela Manca, madre di Attilio.

Con l’archiviazione dell’inchiesta sono stati scagionati i cinque siciliani di Barcellona Pozzo di Gotto finiti nel registro degli indagati. Si tratta di Ugo Manca, cugino di Attilio, Angelo Porcino, già detenuto perché sospettato di appartenere al clan dei “Barcellonesi” e i compaesani Renzo Mondello, Salvatore Fugazzotto e Andrea Pirri. Rinviata a giudizio, invece, la romana Monica Mileti, dalla quale secondo gli inquirenti Attilio avrebbe ricevuto la droga che ne decretò la morte.