Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/10/2013 07:52:00

Le proposte della Cisl per risolvere il problema dei precari in Sicilia

 “Per salvare i precari siciliani una soluzione c’è. Eccola”. La Funzione pubblica Cisl (Fp) indica la strada per risolvere la scottante questione riguardante quasi 25 mila lavoratori della Pubblica amministrazione. Dipendenti a tempo determinato e Lavoratori socialmente utili che dal primo gennaio rischiano di rimanere senza lavoro.

La proposta, che sarà consegnata al presidente della Regione Rosario Crocetta, è stata illustrata nel pomeriggio in occasione del convegno “Precariato in Sicilia, nuovi percorsi e nuove proposte: coniugare impiego stabile e rischio dissesto”, organizzato nella sala Vittorio de Seta dei Cantieri culturali della Zisa (Palermo) dalla Cisl Funzione pubblica e dalla Cisl regionale. Era atteso all’evento, il ministro della pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia che ha dovuto dare forfait a causa degli ultimi eventi di politica nazionale. All’incontro-dibattito hanno preso parte, oltre ai vertici Cisl, anche gli assessori regionali, delle Autonomie locali (Patrizia Valenti) e dell’Economia (Luca Bianchi), il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Francesco Verbaro, docente nella Scuola superiore della pubblica amministrazione.

“Che la Sicilia – ha argomentato il segretario generale della Fp Cisl Gigi Caracausi – possa ottenere finanziamenti o trattamenti particolari in termini di patto di stabilità dal governo nazionale, ci sembra pura utopia. La via da percorrere deve essere un’altra”. Una soluzione fondata su un vero e proprio piano industriale che consenta l’assorbimento dei precari nel corso dei prossimi cinque anni. “Fermo restando le ipotesi messe in campo finora dal governo regionale, la nostra proposta – spiega Caracausi – punta verso un’altra direzione”. E la direzione consiste nel passaggio della potestà contrattuale riguardante i precari degli enti locali, nelle mani della Regione. “Serve – ha precisato – la creazione di un bacino unico regionale dei lavoratori. La Regione dovrà gradualmente guidare la stabilizzazione nei vari enti pubblici. Anche in considerazione del fatto che l’identikit istituzionale della Sicilia sta cambiando: le Province non esisteranno più, alcuni Comuni verranno inglobati nelle città metropolitane. Insomma, una regia unica centralizzata, certamente, renderebbe più snelli e veloci i fenomeni di assorbimento dei precari”.

Non solo idee, ma anche “numeri”, quelli proposti dalla Cisl Fp, che indica anche le risorse finanziarie per far fronte a queste assunzioni: “Oltre ai 320 milioni previsti annualmente per gli stipendi dei precari – ha spiegato Caracausi – crediamo che una lotta serrata agli sprechi, all’evasione fiscale e l’abbattimento di alcuni costi come quelli riguardanti gli affitti, potrebbero consentire il recupero di un altro centinaio di milioni”. Insomma, la via più credibile è questa, secondo la Cisl. E la proposta verrà formalmente presentata nella mani del governatore. Un passaggio non solo simbolico. “Sia chiaro – ha precisato Caracausi – ogni tavolo tecnico tra governo regionale e nazionale non dovrà e non potrà escludere i sindacati”.

“Intendiamo – ha affermato Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia – discutere con il governo regionale e con quello nazionale la nostra proposta che punta a una strategia su tre livelli, per dare soluzione definitiva alla vicenda del precariato”. Nell’Isola il bacino dei precari negli ultimi 25 anni si è gonfiato a dismisura fino a contare quasi 25 mila persone, rileva la Cisl che segnala che i precari degli enti locali lavorano dentro a istituzioni strangolate nella stragrande maggioranza da crisi economica, vincoli di legge e mancanza di risorse. Ma i precari, ha ripetuto Bernava, “svolgono servizi essenziali e hanno il diritto di veder trasformato il loro rapporto di lavoro, in occupazione stabile”. Da qui la strategia su tre livelli che muove dalla premessa che “è demagogica e impraticabile – è la tesi Cisl – l’idea che basti una legge a creare lavoro sicuro”. I tre livelli sono: quello negoziale, quello amministrativo e quello, appunto, normativo. Il primo fa leva sull’articolo 16 del Dl 98/2011 che impone alle amministrazioni pubbliche di definire, attraverso il confronto col sindacato, un piano triennale di razionalizzazione dei servizi, impiegando il 50% dei risparmi di gestione nel miglioramento dell’offerta e nel salario di produttività. “La Cisl – ha sostenuto Bernava – vuole attingere a queste risorse per sciogliere il nodo del precariato”. Il livello amministrativo riguarda la spending review e la riduzione, a valle della discussione col sindacato, dei fattori che generano deficit. Il piano normativo ha a che fare con la discussione in corso nel Parlamento nazionale.

A presiedere i lavori Caracausi. Ha concluso Bernava. Alla fine, l’incontro col presidente della Regione per la formale consegna delle proposte Cisl.