scritto nel registro degli indagati dalla Procura di Caltanissetta per violazione del segreto istruttorio. L’indagine è nata dopo l’esposto dei figli del boss Bernardo Provenzano, Angelo e Francesco Paolo, presentato attraverso il loro legale, Rosalba Di Gregorio, a Caltanissetta.
Nell’esposto l’avvocato puntava il dito contro l’interrogatorio in carcere del padrino di Corleone nel maggio del 2012, riportato dal Fatto quotidiano il 5 giugno, “prima che fosse trascritto in cancelleria” spiega il legale all’Adnkronos.
In carcere insieme a Provenzano per quell’interrogatorio che seguì il presunto tentativo di suicidio di Provenzano, c’erano Ingroia e Ignazio De Francisci, per cui sono state escluse, però, responsabilità nella fuga di notizie. Per l’avvocato Di Gregorio “solo i pm potevano avere raccontato i particolari dell’incontro alla stampa”.
“Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo e vorrebbe dire che c’è stata una fuga di notizia dalla Procura di Caltanissetta perché al momento non ho ricevuto nessuna informazione”. A dirlo all’Adnkronos è Antonio Ingroia che è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Caltanissetta per violazione del segreto istruttorio.
“Qualora fosse vero si tratterebbe di un vecchio sistema dove gli imputati provano a mettere sul banco degli imputati i loro accusatori. Non è la prima volta – ricorda l’ex procuratore aggiunto di Palermo – una volta è accaduto su denuncia di Dell’Utri, una su denuncia di Berlusconi e se fosse vero ora anche su denuncia di Provenzano. Tutto è stato sempre archiviato”.