Sarà Rino Germanà, ex capo della Squadra Mobile di Trapani e oggi questore di Piacenza, il primo dei testimoni chiamati a deporre, il prossimo 24 ottobre, davanti alla Corte di Assise di Palermo al processo sulla trattativa Stato-Mafia. Germanà, il 4 settembre 1992 sfuggì miracolosamente ad un agguato mafioso sul lungomare di Mazara, dove era stato mandato a dirigere il commissariato. Il gruppo di fuoco di Cosa Nostra che stava eseguendo gli ordini di Totò Riina, era composto da Leoluca Bagarella, Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro. I giudici vogliono vederci molto più chiaramente sul caso Germanà che, da Commissario, aveva fatto carriera, era stato nominato capo della Squadra Mobile trapanese e in seguito aveva raggiunto i vertici della Criminalpol in Sicilia. Con questo incarico e in collaborazione con l’allora procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Borsellino, e mentre indagava su mafia, politica e massoneria, Germanà fu chiamato al Viminale, per sapere su cosa e chi stesse indagando, e da uno stesso indagato del tempo al quale si stava interessando si sentì dire che era meglio che lasciasse perdere ogni interesse investigativo su di lui. Alcune settimane dopo dal Ministero dell'Interno arrivò il trasferimento, l’ordine fu quello di tornare a Mazara, a dirigere il commissariato che era rimasto vacante, un inaspettato quanto misterioso passo indietro.