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07/01/2025 08:55:00

Un fallito di successo, così Trump ha fatto scuola per molti ..

 Donald J. Trump, appena rieletto presidente degli Stati Uniti, è una figura che ha polarizzato opinioni e definito un'epoca. La sua ultima monumentale biografia, Lucky Loser, scritta dai giornalisti premio Pulitzer Russ Buettner e Susanne Craig, offre uno sguardo illuminante sulla vita e la carriera di uno degli uomini più controversi e discussi della storia contemporanea. Trump viene descritto come il "fallito più fortunato del mondo", capace di creare un'illusione di successo imprenditoriale che, a detta degli autori, non ha mai avuto solide fondamenta.

Un miliardario sempre in bilico

La narrazione di Trump come imprenditore di successo, spesso vantata dallo stesso ex presidente, si scontra con i dati emersi dalle indagini degli autori. A partire dagli anni Settanta, Trump iniziò la sua carriera con il supporto economico di suo padre, Fred Trump, che gli trasferì l’equivalente di circa 500 milioni di dollari in donazioni e regali. Tuttavia, anziché far crescere questa eredità investendola prudentemente nel redditizio mercato immobiliare di Manhattan, Trump la trasformò in una serie di iniziative spesso fallimentari.

Nel 1986, ad esempio, accumulava già un miliardo di dollari di debiti, eppure veniva celebrato a New York come un'icona di stile e ricchezza. Era sempre presente nei salotti televisivi e apriva locali che catturavano l'attenzione della città. Secondo Buettner e Craig, questo paradosso è centrale nella narrazione di Trump: la sua capacità di mantenere l'apparenza di successo anche quando i numeri raccontavano tutt'altro.

Un'impronta costruita sull'illusione

La biografia definisce le attività di Trump come una "chimera", un'illusione costruita su ricchezze ereditate, accordi opachi e una ricerca incessante di apparenze. Il suo patrimonio netto nel 2017, anno in cui divenne presidente, era stimato da Forbes tra i 2,5 e i 5 miliardi di dollari, molto lontano dagli 80 miliardi che avrebbe potuto accumulare investendo in modo più oculato.

Gli autori sottolineano come Trump abbia ripetutamente rischiato la bancarotta, salvandosi grazie a una combinazione di fortuna, branding e abilità nell'attirare nuovi investitori anche quando i precedenti si erano allontanati. La sua resilienza di fronte a disastri finanziari sembra quasi miracolosa, con decisioni azzardate che spesso trovavano una via d'uscita in momenti critici.

Il prezzo del mito

Trump non ha mai accettato di riconoscere i suoi limiti. La sua "Arte di fare affari" si è spesso rivelata una ricerca disperata di validazione pubblica, che lo portava a prendere rischi sempre maggiori per mantenere l'illusione del successo. Questo comportamento ha accumulato debiti, tradimenti, scandali e un continuo shopping compulsivo di nuove imprese per sostenere il suo mito.

Eppure, in questo percorso turbolento, è emerso come una figura straordinariamente abile nell'adattarsi, sopravvivere e riemergere. Anche di fronte a fallimenti evidenti, Trump è riuscito a preservare la sua immagine di imprenditore vincente, alimentando un brand che sarebbe poi diventato cruciale nella sua ascesa politica.

Un successo discutibile

La storia di Trump solleva una domanda: che tipo di successo rappresenta? Buettner e Craig concludono che Trump è un "illusionista" del mondo degli affari, capace di convincere chiunque della sua grandezza, spesso a spese degli altri. Eppure, questa abilità di sopravvivere e prosperare in un sistema che premia apparenze più che sostanze è emblematica dei tempi moderni.

Riflessioni finali

Lucky Loser non è solo la biografia di un uomo, ma anche una lente attraverso cui comprendere il nostro tempo. Trump incarna le contraddizioni di un sistema che premia l'ambizione senza limiti, la resilienza sopra ogni etica e la capacità di vendere un sogno, anche se costruito sul nulla. La sua storia è una lezione su ciò che conta davvero nel mondo contemporaneo: non ciò che sei, ma ciò che riesci a far credere agli altri di essere.