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18/11/2013 18:45:00

Salone annuncia: "Non voterò la delibera sulla Tares"

 Non sarò complice dell'ennesima violenza perpetrata dal Governo all'economia delle famiglie trapanesi. Violenza… non trovo altro modo per definire la TARES, la nuova tassa sui rifiuti che va a sostituire la TARSU e che peserà interamente sulle tasche di ciascuno di noi come mai in precedenza.
È bene che i trapanesi sappiano cosa li aspetta nel 2014, l'anno che il Governo annuncia come anno della ripresa. Mi chiedo come faranno a riprendersi le famiglie trapanesi se li attende l'ennesimo salasso di Stato, di uno Stato che, per altro, si nasconde dietro le amministrazioni comunali. Uno Stato che offre alla rabbia della gente sindaci, giunte e consigli comunali senza assumersi la responsabilità politica, oltre che amministrativa, del suo operato.
Per fare chiarezza: il prossimo anno pagheremo tutti di più per lo smaltimento della spazzatura. Ci saranno famiglie costrette a versare più del doppio. Sono previsti rincari della tariffa che superano abbondantemente il 100%.
La TARES è strutturata in maniera tale che il piano finanziario dell'Ente venga coperto al 100% dal "tributo" dei cittadini, lo prevede la normativa ed il Comune è, ovviamente, obbligato ad applicare la legge. In cifre: per l'anno in corso, il piano finanziario è di circa 10 milioni di euro; per il prossimo anno gli uffici del comune hanno calcolato una spesa che supera di poco 14 milioni di euro. Ciò accade perchè, è bene ribadirlo, lo Stato ha ridotto i trasferimenti agli enti locali e obbliga questi ultimi ad imporre un aumento dei tributi ai cittadini. Nel caso della Tares la proiezione è presto fatta. In base al numero dei componenti dei nuclei familiari gli aumenti sono prevedibili nelle seguenti percentuali:

Famiglie composte da 1 persona + 12%
Famiglie composte da 2 persone + 57,70%
Famiglie composte da 3 persone + 68%
Famiglie composte da 4 persone + 95,64%
Famiglie composte da 5 persone + 116,88%
Famiglie composte da 6 persone + 149%

Al danno si aggiunge anche una beffa. Il D.L. 102 del 28 ottobre 2013 dà, ipocritamente, una via d'uscita ai Comuni. Ipocritamente perché sembra sia stato pensato dalle sopraffine menti del nostro Governo per gabbare Comuni e cittadini. In linea teorica le amministrazioni comunali con propria delibera possono derogare dall'applicazione della TARES e rimanere in regime TARSU. Un provvedimento che però, si legge nel Decreto Legge, deve essere approvato entro il 30 novembre prossimo (termine ultimo per l’approvazione del bilancio). Per farlo il Comune dovrebbe predisporre in maniera puntuale i dati del costo della TARSU relativi all'ultimo anno. Il che vuol dire mettere gli uffici di fronte ad una mole di lavoro immane per fare il consuntivo del tributo riscosso. Ma se anche si giungesse a fare ciò, dove si andrebbero a reperire le somme che, comunque, verrebbero a mancare per la copertura al 100% del servizio? Quale che sia il criterio adottato (superficie o numero di occupanti) sempre e comunque il 100% del servizio si deve coprire, e sempre comunque 4 milioni di euro mancano alla copertura integrale. Avere posto come termine ultimo quello del 30 novembre significa, nella realtà, impedire ai comuni, in assenza dei bilanci di previsione, di seguire il percorso indicato nel D.L. 102/2013, a meno di non volere correre il rischio di portare l'ente in dissesto per reperire i 4 milioni mancanti. In pratica il Governo ci ha messi in un “cul de sac”. Un vicolo cieco che ci obbliga a percorrere; una strada obbligata alla fine della quale c'è il baratro di una tassazione sempre più stringente. Io non voglio essere complice di una manovra che massacrerà le famiglie della mia città e di tutto il Paese. Per questa ragione lascerò l'aula al momento del voto sulla TARES assieme al Consigliere Giovanni Vassallo (Forza Italia)
che condivide appieno la mia decisione in proposito.

Francesco Salone, consigliere comunale, Trapani