È ormai da tanto che lamentiamo i costi di una crisi che per molti assume i toni della disperazione. si rischia di essere ripetitivi nel chiedere a chi di dovere il possibile e in qualche situazione l’impossibile per non far pagare ai più indifesi il prezzo più alto di una congiuntura senza fine. Questo stato di cose rende assai arduo dire una parola serena e beneaugurante in prossimità di feste come il natale che richiamano gioia, calore familiare, rapporti riconciliati, gusto della vita. tuttavia, guardando a Betlemme una famiglia raminga che “festeggia” su una mangiatoia il neonato figlio di Dio, si ritrova il coraggio di parlare. soprattutto l’audacia di annunciare e augurare una gioia fatta non di frivolezze o di scorpacciate, ma di sentimenti veri e semplici, con lo slancio spirituale che avvicina Dio. In ogni caso, per accostarsi al Dio dal volto umano, tenero e materno, occorre avvicinarsi all’uomo, immagine di Dio. Per amare Dio sommo bene, bisogna imparare ad amare l’uomo, piccolo e fragile. Per sperimentare la pace annunciata dagli Angeli ai pastori, uomini semplici con l’odore delle pecore, è necessario liberarsi da pregiudizi, egoismo, superbia e arroganza. la via della gioia pulita e genuina del natale passa per questa strettoia, assai simile alle strette viuzze che condussero la famiglia di Nazareth nella casa che li ospitò in attesa del lieto evento. se il figlio eterno del Padre fosse nato in una reggia, di sicuro, sarebbe stato negato agli umili e agli ultimi, i primi del regno, e la gioia di pochi non sarebbe stata condivisa dai molti. Dio, però, sa quel che fa e sa come assecondare i suoi prediletti. In questo contesto accessibile a tutti diventa facile augurare un natale sereno e bello perché vero, fatto cioè di tutto ciò che ci appartiene: gioie e dolori, vita e morte, agi e povertà, luci e ombre. un natale che avvicina Dio e l’uomo, il cielo e la terra, l’uomo all’uomo. Tanti auguri a tutti.
Domenico Movagero - Vescovo di Mazara del Vallo