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21/01/2014 06:25:00

Despar - Gruppo 6Gdo, salta la trattativa per salvare l'azienda confiscata a Grigoli

 Qualche giorno fa Piero Grillo, magistrato del Tribunale delle Misure di Prevenzione di Trapani che segue da vicino la vicenda, si dimostrava ottimista: "Forse possiamo salvare i posti di lavoro del gruppo 6 Gdo". Adesso invece arriva un'altra notizia: si è fermata la trattativa per i 400 dipendenti del Gruppo 6 Gdo di Castelvetrano, che gestisce i supermercati Despar. Il negoziato si poneva l’obiettivo di fare transitare il personale al gruppo «Gicap spa» di Catania. È saltato l’annunciato l'accordo con la società dei fratelli Capone, che aveva mostrato vinteresse alla gestione del Gruppo 6 Gdo.
Dopo una serie d’incontri, pare che che la «Gicap Spa», titolare del marchio dei supermercati «Qui Conviene», che ha Palermo ha già prelevato altri punti vendita confiscati alla mafia, non abbia firmato l’accordo propedeutico al contratto di affitto d’impresa con l'Agenzia dei beni confiscati, relativo alla gestione dei punti vendita del gruppo. La firma era prevista per lo scorso 14 gennaio. Ma tutto è saltato all'ultimo momento. La notizia si è appresa da fonti sindacali.

Già a Dicembre, dopo le prime proteste dei dipendenti, era emersa la notizia che per il Gruppo 6 Gdo – azienda  confiscata dopo la condanna definitiva per mafia del proprietario Giuseppe Grigoli – c'erano delle trattative con alcuni gruppi imprenditoriali per l´acquisizione dell´intera attività.
Per la Cgil è  indispensabile che vi siano precise garanzie per la riassunzione di tutto il personale mantenendo la stessa tipologia contrattuali e le stesse mansioni. 

"Le mie sono delle notizie di seconda mano - dichiara Grillo - perchè è una cosa che sta gestendo l'Agenzia Nazione dei beni confiscati, in particolare il dottore Ribolla, però confermo che di fronte ad un'opzione di acquisto che sembrava concretizzarsi c'è stato uno stallo".

Grillo ha fatto tra l'altro uno schema dei beni confiscati alla mafia - immobili ed aziende - che sono presenti in provincia di Trapani e lo ha inviato a tutti i Sindaci. "C'è un'esigenza di trasparenza e di interlocuzione sulla sorte di questi beni" spiega il magistrato, che annuncia anche che presto li metterà nel sito internet del Tribunale di Trapani, "prima però vorrei chiedere un parere al Garante per la Privacy".