Il sottosegretario Sabrina De Camillis ha risposto questo pomeriggio all’interrogazione al Ministro dell'Interno presentata lo scorso 1 agosto dalla senatrice Pamela Orrù a seguito del trasferimento del Dott. Giuseppe Linares alla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli. La parlamentare trapanese, intervenendo durante la seduta di questo pomeriggio, si è dichiarata parzialmente soddisfatta per la risposta fornita dal Governo, ad iniziare dagli aspetti che riguardano la tempistica. “Venire oggi, a rispondere a un'interrogazione urgente presentata il 1 agosto – ha dichiarato la parlamentare -, ha tutto il sapore di voler sottolineare la bontà di un provvedimento che, invece, per chi come me proviene dal territorio trapanese, continua a non ritenere buono ed a non convincere”.
La senatrice del Pd ha chiamato in causa l’operazione dello scorso dicembre che “ha portato alla cattura degli affiliati più prossimi del latitante Messina Denaro condotta in provincia di Trapani da parte di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Dia, a cui va il pieno, grande ed incondizionato plauso di tutti noi. Sono portata a pensare che forse con il contributo del dott. Linares si sarebbe potuto catturare proprio il super latitante”, ha rimarcato la parlamentare, che nel suo intervento a Palazzo Madama ha evidenziato la differenza tra mafia e camorra, sottolineando come sarebbe stato meglio fare restare Linares in Sicilia. “Si è detto – ha affermato la Orrù -che la promozione del Dott. Linares a Napoli a capo della DIA sia stato il massimo riconoscimento per uno degli investigatori più capaci attualmente operanti in Italia. Ma è vero altresì che un tale attestato di stima, si sarebbe potuto concretizzare anche in Sicilia, ad esempio a Palermo. Tale incarico avrebbe consentito al dott. Linares di occuparsi ancora delle indagini e non disperdere il patrimonio investigativo acquisito”.
“Ritengo – ha continuato la senatrice Orrù - che un fronte investigativo andrebbe potenziato. Indubbiamente, a seguito di un trasferimento c’è chi resta sul campo, c’è chi prosegue il lavoro coraggioso, determinato di contrasto alla mafia e la dimostrazione più lampante è l'operazione di fine d'anno. Ma le indagini dicono anche che Messina Denaro "gode ancora pure di moltissimo consenso soprattutto nel trapanese, dove massoneria e mafia si mescolano" come ricordato dalla Dott.ssa Teresa Principato, procuratore aggiunto della DDA di Palermo, e solo una profonda conoscenza di tali intrecci, una memoria storica ultraventennale insostituibile nella lotta alla criminalità organizzata sul territorio siciliano, ed in particolare su quello trapanese, feudo di Messina Denaro, quale quella del Dott. Linares possono fare la vera differenza”.