Il sindaco di Trapani Vito Damiano è sempre più isolato. Dopo la presa di posizione dell’onorevole Paolo Ruggirello, adesso anche il senatore d’Alì, sponsor della prima ora di Damiano, ha preso le distanze dal primo cittadino. Di fronte a questo accerchiamento Damiano parla di azione dei "sopravvissuti della peggiore politica".
Lo scontro politico è senza precedenti. Tutto nasce dalla nomina dell'assessore Giuseppe Licata che ha fatto saltare gli equilibri nella coalizione. L'on. Paolo Ruggirello (Mir-Articolo 4) è stato il primo ad uscire dalla maggioranza, insieme al gruppo di «Insieme per Trapani» del presidente Peppe Bianco. Poi è stato D'Alì ad abbandonare Damiano, con un botta e risposta a distanza con Fazio. Ecco qui alcune delle principali dichiarazioni.
FAZIO. «Solo oggi il sen. Antonio d'Alì sembra accorgersi come l'esperienza politica, ma soprattutto quella amministrativa, del sindaco Vito Damiano sia giunta al capolinea». Lo afferma l'on Girolamo Fazio replicando ad una nota del senatore del NcD, Antonio d'Alì sulle vicende dell'amministrazione comunale di Trapani.
«Ripensamento giunto tardivamente mi permetto di affermare e, immagino, per un preciso interesse politico - dice Fazio -. Lo stesso che lo muove ad attribuirmi responsabilità su una scelta, quella di Damiano, che ho mostrato fin da subito di non condividere e che, oggi comprendo meglio, fu probabilmente originata dalla sua ansia di dare una discontinuità con le mie precedenti esperienze amministrative. Esattamente il contrario di ciò per cui io mi impegnai in campagna elettorale di fronte agli elettori: dare continuità ad una esperienza amministrativa che i trapanesi avevano mostrato di apprezzare».
«Al contrario del senatore d'Alì, che per mero calcolo politico ha sostenuto questo sindaco, dopo averlo indicato ed avallato, io fin da subito ne presi le distanze - ricorda Fazio -. Non lo rivendico come un merito, ma come un dato oggettivo che oggi mi da ragione dell'essere all'opposizione. Una scelta che mi ha reso piena autonomia di critica e libertà di azione sul piano politico. Ma proprio l'autonomia critica e la libertà di azione sono i presupposti che mi tengono lontano in maniera equidistante tanto dal Sindaco Damiano, quanto dal senatore d'Alì».
«Mi chiedo - aggiunge Fazio - dove fosse il senatore d'Alì quando il sindaco Damiano, "libero ed incondizionato" tentava di giustificare le sue incapacità amministrative adducendo fantomatici dissesti finanziari. Fandonie avallate da esponenti politici riconducibili proprio al sen. D'Alì, e pronunciate con l'intento di offuscare il giudizio dei trapanesi e ribaltare su di me le responsabilità dell'attuale degrado della città, che invero è sotto gli occhi di tutti e logicamente attribuito all'attuale amministrazione. Mi chiedo con quali atti concreti il senatore d'Alì abbia dato prova di "disapprovazione di molti atti di gestione e della inefficienza di molti settori dell'amministrazione"».
«L'unica buona volontà immaginabile - conclude Fazio - è quella necessaria a prendere per buone le sue tardive giustificazioni, giunte per altro non disinteressate ma all'indomani di una crisi tutta interna ad una coalizione di governo, che non quella uscita dalle urne, e di cui egli è l'azionista di maggioranza e di riferimento».
DAMIANO. "È vergognoso e oserei dire antidemocratico che si blocchino i lavori del Consiglio comunale per protestare contro la nomina di un assessore da parte del Sindaco. E chi avrebbe dovuto nominarlo? Forse la peggiore politica, che ancor'oggi sopravvive, avrebbe voluto imporre propri ubbidienti rappresentanti? O forse sempre la stessa politica voleva utilizzare il Comune come campo della propria battaglia? Il Sindaco nomina i propri assessori e con loro porta avanti il programma di governo. Punto.
Sempre però che il Consiglio, responsabilmente e coraggiosamente, sia disposto e capace di sostenerlo. Per la questione Sodano: rilevo tanta strumentalizzazione politica o pseudo tale, senza rispetto per la persona scomparsa e per i suoi familiari. L'altra sera non è stato possibile avviare il dibattito consiliare per la mancanza del numero legale: e questo è un dato di fatto. Come è un dato di fatto che qualunque cosa fosse stata detta in quella sede non avrebbe avuto rilevanza e consacrazione ufficiale.
I presenti sanno che stavo per prendere la parola fuori dall'ufficialità, ma, per mia scelta determinata dal volgare vociare di qualche consigliere "interessato", ho desistito per
rispetto al momento di cordoglio. Nei prossimi giorni, in un ambiente più sereno e pacato e come si conviene, procederò alla commemorazione del prefetto Sodano.
D'ALI'.
"Non so se il Sindaco Damiano si riferisca a me quando parla di sopravvissuti della peggiore politica, ma nel caso sia così abbia il coraggio di dire perch´ ritiene che io non abbia svolto una buona politica in favore della città di Trapani. E comunque è ormai chiaro che chi non sopravviverà alle sue scelte gestionali, ove dovessero perdurare a lungo, sarà proprio la stessa città di Trapani.
Per quanto riguarda la nomina ed il licenziamento di componenti della giunta per quel che mi riguarda, essendo ben consapevole , io, delle prerogative e dei ruoli di ciascuno in politica, tranne l´aver accettato (ahimè) la proposta di Mimmo Fazio della sua candidatura e l´aver semplicemente segnalato la opportunità di nominare l´ing. De Martino , come deciso dal gruppo consiliare dell´allora PDL, non ho mai svolto alcuna altra azione e quindi egli e´ stato sempre libero ed incondizionato, come era giusto fosse, di agire anche quando lo faceva ,a mio giudizio, contro ogni logica di buon senso e di sana amministrazione, spesso venendone poi io a conoscenza dalla cronaca.
Non ho mai fatto mistero, infatti, della mia disapprovazione di molti atti di gestione e della inefficienza di molti settori dell´amministrazione, cercando comunque di dare sempre il mio contributo di valutazione e consiglio nel comune civico interesse. Mi rendo conto che ormai ogni ulteriore sforzo di buona volontà sarebbe vano".