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31/03/2014 13:59:00

"Difendere il bene comune". Il messaggio del Vescovo di Trapani (con tanto di selfie)

 Tutelare e promuovere il bene comune, con ogni mezzo. Diventare veramente un popolo. L’invito del vescovo è risuonato a Trapani in una cattedrale stracolma in cui la Diocesi si è riunita per celebrare l’undicesimo anniversario di ordinazione episcopale e concludere l’intensa esperienza di “24ore per il Signore” che in contemporanea con Roma è stata vissuta in tutte le comunità della chiesa trapanese. “La crescita della nostra comunità passa attraverso l’impegno di tutti”, ha detto il vescovo rivolgendosi alle istituzioni presenti, alle associazioni, e a tutti “gli uomini e donne di buona volontà” che condividono il desiderio di “dare spazio con trasparenza e coerenza alle persone marginali della società e della cultura”. Quindi un saluto particolare “a coloro che sono fuori per lavoro o malattia, studio o alla ricerca di nuove opportunità per le loro famiglie. La fiducia nella solidarietà reciproca permetta a tutti, cittadini ma anche immigrati, di affrontare le tante inevitabili difficoltà del cammino”.

“A poco meno di cinque mesi dal suo arrivo come vescovo della diocesi di Trapani, il ricordo e la celebrazione del suo XI anniversario di ordinazione episcopale, ci dà l'occasione, nel farle gli auguri, per ringraziarla di cuore per aver mantenuto una parola, che allora ci apparve subito molto impegnativa, ma che già brilla di tutta la sua trasparente verità. Lei ci disse che veniva per amarci; ebbene davvero lo ha fatto finora, con un Amore che sorpassa ogni intelligenza, in quanto frutto della relazione personale con Cristo dalla quale, comprendiamo, passano tutti gli incontri e i rapporti che in questi mesi Lei ha già instaurato con tanti di noi – ha detto nel suo saluto a nome della comunità diocesana il vicario generale Liborio Palmeri - Il suo episcopato è arrivato infatti qui a Trapani non nell'incertezza dei suoi primi passi, ma nella consapevolezza prudente di una corroborata esperienza. E' questa solidità della sua persona, che in questi mesi ci ha sostenuto e che ha fatto da appoggio sicuro ad una chiesa che si sta rialzando come quella bambina a cui Gesù disse: Talita Kum, io dico a te alzati! noi le abbiamo reso il percorso abbastanza facile: ci siamo presentati per come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, consapevoli che questo non ci ha impoveriti ai suoi occhi, ma che le ha dato e le darà, i giusti elementi per far emergere tutte le risorse preziose, che seppure spesso nascoste, sono presenti nella nostra Chiesa di Trapani.

“Mi conoscete e mi amate di più proprio perché mi avete accolto nella fede, non come giudice né come funzionario- ha risposto nell’omelia il vescovo - La Chiesa può ripetere, a Trapani come nel mondo intero: sono io la comunità dei cercatori della Verità, curiosi e appagati dall’incontro con Cristo; siamo noi il mendicante chiamato a dialogare con tutti e a nutrire di Speranza e di Giustizia la società e la storia dopo i crolli di ogni ideologia.

 

Alla concelebrazione erano presenti con il clero rappresentanti delle associazioni ecclesiali della Diocesi, le coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio e che avevano incontrato prima della Santa Messa il vescovo nella Chiesa del Collegio, le autorità civili e militari della Diocesi. Alla fine selfie con alcuni giovani che l’avevano aspettato dentro il palazzo.