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04/04/2014 04:09:00

L'etica ne "Il deserto di Uség": poesia e arte

 Nella mattinata del 7 aprile 2014, ore 11,30 (circa), presso il Liceo Classico “Giovanni XXIII” di Marsala, nella sala della biblioteca d’Istituto, sarà presentata l’opera poetica di Arnaldo Éderle, “Il deserto di Uség”. “Il deserto di Uség” è un’opera artistico-letteraria che intreccia poesia e arte (chine in bianco e nero).

L’iniziativa, proposta da Antonino Contiliano, è stata accolta favorevolmente dal Dirigente scolastico, prof. Mariano Savalla. La prof.ssa Catia Di Gregorio, collaboratrice del Dirigente, curerà l’organizzazione complessiva dell’incontro con gli studenti. L’incontro è destinato agli studenti dell’Istituto e nella forma convenuta del coinvolgimento volontario e partecipato. Dopo i saluti, l’avvio dei lavori sarà dato da alcuni studenti che, seguiti dalla prof.ssa Di Gregorio, leggeranno prima alcune poesie (del libro), cui farà seguito il dialogo con i convenuti e presenti. Gianmario Lucini (editore dell’opera e poeta), Giacomo Cuttone (l’autore delle chine) e Antonino Contiliano (curatore della presentazione). Si coglie l’occasione per ringraziare il Dirigente e con lui l’intera Istituzione scolastica del Liceo classico “Giovanni XXIII”.

Nel pomeriggio dello stesso 7 aprile 2014, ore 18, presenti il Sindaco Gaspare Giacalone, il poemetto “Il deserto di Uség” sarà presentato nei locali del Centro Polivalente di Cultura del Comune di Petrosino. In questa occasione la manifestazione sarà aperta al pubblico. Dopo il saluto, i lavori, presenti sempre il poeta ed editore G. Lucini, il pittore G. Cuttone (fra l’altro nativo di Petrosino) e A. Contiliano (coordinatore), preceduti da un breve intervento tematico (A. Contiliano) sulle linee essenziali e poetiche dell’opera, auspicano un aperto dialogo e confronto con il pubblico.

Già presentata a Verona, l’opera mette a fuoco il tema (nella forma poetica) del bene/male e sembra, come scrive Lucini, alludere e riferirsi «ai passi evangelici delle tentazioni di Gesù nel deserto. Gesù (Uség ne è l’anagramma), il Satana (Anatas) e la Maria (Airam) sono, infatti, personaggi paradigmatici. Uség incarna la conoscenza intellettuale del mondo, la poesia, la cultura, Anatas è invece l’opposto ossia il vizio, l’apatia che esplode nel disordine iperattivo ma distruttivo, e Airam, la calma, la sicurezza, la riflessione, il punto fermo della prudenza».

Solo per inciso, e per non dimenticare che nessuno tema è alieno alla poesia e all’arte, il tema bene/male è alla ribalta da molti anni sulla scena politica e culturale contemporanea. Sul piano della stessa riflessione filosofica e teorica, per uscire dal vago, due nomi (ma non sono i soli): Alain Badiou (L’etica. Saggio sulla coscienza del Male; Metapolitica); il “katechon” di Massimo Cacciari (Il potere che frena).