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11/04/2014 06:15:00

Marsala, confisca agli eredi di Ignazio Miceli. I legali: "Faremo ricorso"

Gli avvocati degli eredi di Ignazio Miceli, a cui sono stati confiscati beni per 15 milioni di euro annunciano ricorso. “Impugneremo il decreto del giudice sulla confisca dei beni agli eredi di Miceli. Il padre era stato assolto e adesso che è morto non può più difendersi”. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani martedì ha disposto la confisca dei beni degli eredi di Miceli, morto nel 2010, e indiziato di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. La richiesta di confisca di beni per oltre 15 milioni di euro è partita dal direttore della Dia, secondo il codice antimafia che consente di sequestrare beni degli eredi degli indiziati mafiosi entro cinque anni dalla morte. I figli, Nicola e Catia Miceli, però hanno subito annunciato ricorso con i legali Diego Tranchida, Alessandro Casano e Luisa Calamia. “Riteniamo ingiusto questo provvedimento perché si basa sulla logica del sospetto”, sottolineano i legali della famiglia Miceli. “Inoltre Ignazio Miceli è stato assolto anche perché le accuse di mafia a suo carico provenivano solo dalle dichiarazioni del collaboratore Mariano Concetto, dichiarazioni poi ritenute inattendibili”.
L’inchiesta che coinvolge Miceli è quella sulla spartizione del mercato di frutta e verdura nei principali mercati d’Italia. Miceli infatti era titolare di alcune ditte di autotrasporti.
Secondo l’indagine della Dia, ci sarebbe stata l’inquietante esistenza, all’interno dei più importanti mercati ortofrutticoli del sud del Italia, di una spartizione degli affari da parte delle principali organizzazioni malavitose e di una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma della camorra, del “clan dei casalesi”, lumeggiando, tra l’altro, i contenuti e le modalità di realizzazione di alleanze tra il sodalizio criminale e varie espressioni territoriali della mafia siciliana. Quelle indagini, infatti, avevano svelato le infiltrazioni ed i condizionamenti del clan “dei Casalesi – ala Schiavone” nelle attività dei principali mercati ortofrutticoli del centro e del sud Italia, cui conseguiva anche il controllo dei trasporti su gomma. Inoltre, la disponibilità di una flotta di autoarticolati così imponente, costituita da numerosi automezzi, poteva essere funzionale anche ad altre attività illecite del clan “dei casalesi”, come il traffico di armi.
Il clan “dei Casalesi”, al fine di aggiudicarsi il controllo esclusivo nello strategico settore dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza con emissari imprenditoriali di cosa nostra siciliana, individuati nei germani Antonio e Massimo Sfraga, già tratti in arresto dalla D.I.A, e raggiunti, altresì, dal sequestro di beni del valore di oltre 11 milioni di euro, i quali avrebbero agito sotto l’egida e la direzione dell’anziano patriarca mafioso Riina Gaetano, residente in Mazara del Vallo (TP), fratello del più noto RIINA Salvatore, detto “Toto’”, capo indiscusso di “cosa nostra”.
Beneficiario principale, sul versante siciliano della provincia di Trapani, dell’accordo affaristico-mafioso tra gli esponenti camorristi dei “casalesi” ed i mafiosi trapanesi sarebbe stato, secondo le indagini della Dia, appunto Ignazio Miceli.

 


In particolare sono stati confiscati:
- intero capitale sociale ed il compendio aziendale della società denominata: “A.F.M. TRASPORTI s.r.l.”, con sede in Marsala, c.da Strasatti nr.1120/A;
- intero capitale sociale ed il compendio aziendale della società denominata: “EURO FRIGO MARSALA SOC COOP.” in liquidazione, con sede in Marsala, via Mazara nr. 226;
-Intero capitale sociale ed il compendio aziendale della società denominata “A.F.M. AUTOFRIGO MARSALA SOC COOP. con sede in Marsala, c.da Strasatti nr.1120/A;
- Terreno sito nel comune di Marsala c/da Ciancio, via Favara, in catasto al foglio 232 part. 438 di are 38.45 e part. 437 di are 38.65 con destinazione d’uso industriale/commerciale di proprietà della A.F.M. TRASPORTI srl, ;
- Terreno sito nel comune di Marsala strada provinciale Marsala – Ciavolo in catasto al foglio 232 part. 440 di are 21.64 con destinazione d’uso industriale/commerciale di proprietà della A.F.M. TRASPORTI srl;
- nr. 53 automezzi commerciali ad uso trasporto merci/rimorchi isotermici.
- nr. 8 rapporti bancari.
“Hanno confiscato delle scatole vuote”, aggiunge l’avvocato Diego Tranchida, perchè “la condizione economica delle aziende non era florida”. In particolare a giugno è stata liquidata la Afm Autofrigo perchè in perdita. Socio della Afm Frigo c’è anche Carmelo Gagliano, trasportatore marsalese anche, lui coinvolto nell’inchiesta su mafia e ortofrutta. E arrestato nel gennaio 2012. Anche i suoi legali, Stefano Pellegrino e Maurizio D’Amico, hanno fatto sapere che impugneranno il decreto.