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29/04/2014 06:20:00

Violenze in caserma, c'è un verbale falso. Marsalese accusato di molestie al figlio

Una multa per guida in stato di ebbrezza alcolica con conseguente ritiro della patente e perdita del posto di lavoro. Il 33enne pantesco Massimo Barbera, protagonista della vicenda, era infatti autista della Bartolini. Adesso, si ritrova anche sotto processo, davanti al giudice Riccardo Alcamo, per guida in stato di ebbrezza. In aula, però, il luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, ha dichiarato che ‘’dall’indagine è emerso che quanto scritto in quel verbale redatto dai carabinieri di Pantelleria non risponde a verità’’. Nel verbale è stato scritto che Barbera fu fermato in via Trieste, a Pantelleria, mentre era al volante di una Ford Fiesta e che risultò positivo all’alcoltest. I fatti sono relativi al 10 luglio 2011 e il caso è collegato a quello dei militari dell’isola sotto processo per violenze su persone fermate per controlli e falso. Quella notte, infatti, Barbera era con il 42enne cuoco marsalese Vito Sammartano, dalla cui denuncia (‘’Sono stato picchiato in caserma’’) scaturì il processo che vede imputati il maresciallo Claudio Milito, Luca Salerno, Lorenzo Bellanova, Rocco De Santis e Stefano Ferrante. E per omessa denuncia il capitano Dario Solito, ex comandante della Compagnia di Marsala, e il maresciallo Giuseppe Liccardi, che all’epoca dei fatti era comandante della stazione dell’isola. Accusati per il falso nel verbale sono Milito, Salerno, Bellanova e De Santis. Massimo Barbera, difeso dall’avvocato Gaetano Di Bartolo, sostiene di essersi recato lui in caserma per sapere come mai, dopo due ore, Sammartano fosse ancora lì. E a confermare il fatto che fu lui a bussare alla porta della caserma c’è anche una relazione del carabiniere Ferrante, che quella notte era il piantone. Relazione che il giudice Alcamo ha ammesso agli atti del processo a Barbera.

Padre accusato di molestie sessuali al figlio
Dovrebbe essere emessa mercoledì, in Tribunale, la sentenza nel processo che vede imputato un marsalese (D.P.S.) accusato di aver molestato sessualmente il figlio minorenne. Il pubblico ministero ha, comunque, chiesto l’assoluzione. Contrario l’avvocato di parte civile Giacomo Lombardo, legale della madre del bambino.

Due persone accusate di usura e estorsione
Estorsione e minacce sono le accuse contestate a Marco Buffa e Antonio Mangiaracina. La vittima sarebbe una donna (E.M.). Per Buffa e Mangiaracina la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare, davanti al gup Francesco Parrinello, si terrà il 5 giugno.