Le indagini giudiziarie sulle stragi di Capaci e di via d'Amelio "hanno identificato gli esecutori e i mandanti interni a Cosa Nostra, ma non hanno escluso il concorso di altre entita' esterne". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, partecipando a Montecitorio a un convegno in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assassinati con le loro scorte nel 1992. "La storia di Cosa nostra degli ultimi 30 anni - ha aggiunto - e' storia di misteri irrisolti, per questo resta un dubbio sui veri fini delle azioni, sui veri mandanti. Purtroppo in molti casi le rivelazioni dei pentiti, i processi, le inchieste hanno chiarito solo in parte i fatti e le responsabilita'".
Per Grasso per questo spesso "e' prevalsa l'opinione che la mafia in certi casi, in certi momenti, altro non sia stata che il braccio armato di poteri occulti in grado di poter indicare ai mafiosi strategie, questioni d'affari o politiche da risolvere con la violenza". Ancora oggi, ha concluso, "i vuoti da colmare, le verita' da cercare sono tante e spesso hanno dato adito a una dietrologia mediatica troppo fantasiosa, ma le istituzioni devono sempre tendere alla ricerca della verita'".