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13/05/2014 14:54:00

Le ricchezze della mafia e le indagini. Un seminario della Guardia di Finanza

 “Le misure patrimoniali di prevenzione, profili normativi e tecniche operative”. Questo il titolo del seminario, organizzato dai militari della Guardia di Finanza dei Comandi Provinciali di Palermo, Trapani ed Agrigento impiegati nei Reparti incaricati delle indagini economico–patrimoniali sulla criminalità organizzata, svoltosi presso
la Caserma Cangialosi di Palermo, sede del Comando Regionale Sicilia.

Il momento di approfondimento, al quale ha preso parte anche il Procuratore di Palermo, Mario Messineo, si è articolato in una giornata di studio ed approfondimento della normativa e delle tecniche investigative per l’applicazione delle misure di prevenzione previste dalla legislazione antimafia ai fini dell’aggressione alle ricchezze ed alle proiezioni economico – imprenditoriali delle organizzazioni mafiose.

“Le misure di cui parliamo sono misure ablative, di confisca, sono agili ed efficaci. Circola tristemente la battuta che da noi si fanno piu’ convegni che confische, a testimonianza di come in certi casi, malintese forme di garantismo hanno limitato l’uso ed il numero delle confische. L’occasione invece della riutilizzazione dei beni confiscati e’ stata clamorosamente mancata”. Cosi e’ intervenuto salutando, Messineo, che ha ribadito l ‘importanza della sinergia, evitando di disperdere energie.

“Esiste una forte asimmetria tra economia e diritto, il sequestro rappresenta una tappa, serve a ricostruire la rete”. La sintesi del Generale Ignazio Gibilaro a capo del Comando regionale della Sicilia, che ha lamentato un raccordo da perfezionare tra mondi diversi, ma paralleli.

Silvana Saguto, presidente della sezione penale delle misure di prevenzione, ha posto l’accento sulla necessità di ragionare non in ambito localistico, spaziando fuori dagli ambiti territori. “L’impresa più’ e’ mafiosa e meno evade, meno lo e’ e più lo fa. E’ importante la verifica del metodo. Le imprese vivono di illecito, tendono ad imporsi sul mercato da sole”.

Fabio Licata, giudice della prima sezione penale del Tribunale di Palermo, con competenza all’applicazione delle misure di prevenzione ritiene invece che :” Siamo ad un punto di svolto paragonabile al 1982′ con la legge Rognoni-La Torre. Sganciare queste misure dal processo penale e’ stata una fondamentale intuizione. Il monitoraggio consente di valutare cin efficacia il livello di infiltrazione”.