Un attentato in corso di preparazione al Palazzo di giustizia di Palermo. Lo hanno annunciato alcuni confidenti ai servizi segreti e ad alcuni investigatori impegnati sul fronte della lotta alla mafia. Un allarme che è stato considerato assai concreto. Tanto è vero che, ieri pomeriggio, il prefetto Francesca Cannizzo ha convocato una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Nel corso della riunione, secondo indiscrezioni, è stata discussa l'adozione di nuove misure di sicurezza.
Ad accelerare il summit di villa Whitaker che una lettera di minacce pervenuta al procuratore generale Roberto Scarpinato e all'ufficiale dei carabinieri del tribunale che è stata recapitata ieri pomeriggio alla redazione dell'Ansa di Palermo.
«Attenzione è pronto un regalo scoppiettante per procuratore Scarpinato e dirigente carabinieri tribunale», si leggeva nella missiva firmata P. R. A., sigla finora sconosciuta.
Sono state immediatamente attivate tutte le indagini del caso e la lettera è stata acquisita dagli inquirenti per essere sottoposta ad accurato esame.
Ma chi sono le fonti confidenziali che hanno offerto la "soffiata"? Si tratta di personaggi che gravitano in ambienti della criminalità organizzata e che hanno parlato in dettaglio di un imminente progetto di attentato all'interno del tribunale. Già nelle scorse settimane l'area vicina al palazzo di giustizia di Palermo, tra corso Finocchiaro Aprile, corso Alberto Amedeo e piazza Vittorio Emanuele Orlano è stata sottoposta a nuovi accorgimenti in fatto di sicurezza e vigilanza. Sono stati posizionati dei dissuasori in plastica lungo tutto il perimetro del tribunale ed è stata allargata la zona nella quale è vietato transitare con i veicoli. Inoltre, per entrare al Palazzo di giustizia, occorre effettuare più passaggi e l'identificazione avviene dopo un accurato controllo al metal-detector. Sembra essere tornati agli anni del maxiprocesso quando le minacce al "pool antimafia" dell'Ufficio istruzione erano pressochè quotidiane e gli uomini del "pool" tra cui Falcone, Borsellino, Conte, Di Lello, Caponetto e Guarnotta viaggiavano superprotetti ed erano praticamente inavvicinabili.
Alla riunione del Comitato per l'Ordine e la sicurezza pubblica provinciale, che si è svolta in prefettura, hanno partecipato esponenti delle forze dell'ordine e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Da mesi i magistrati palermitani sono nel mirino di minacce e intimidazioni: dagli anonimi con indicati in dettaglio gli spostamenti del pm Antonino Di Matteo, alle parole del boss Totò Riina contro il "pool" che indaga sulla trattativa Stato-mafia.
Minacce che hanno fatto scattare il potenziamento delle misure di sicurezza sia per Di Matteo che per i pm Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia e hanno indotto il Procuratore di Palermo a interdire ai non addetti ai lavori l'accesso dell'ala del tribunale in cui si trovano le stanze di alcuni pm della Direzione distrettuale antimafia.
Ieri sera è stato deciso di potenziare i servizi di sicurezza previsti per i magistrati del "pool" ed anche il procuratore generale è stato sottoposto ad un rafforzamento dei dispositivi di sicurezza personale. Allertati i servizi antimafia della Squadra mobile, della Guardia di finanza e del Comando provinciale dell'Arma. A Palermo si respira aria pesante.