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14/06/2014 19:24:00

Orestiadi a Gibellina. Il direttore artistico assicura: "Si faranno"

La XXXIII edizione del festival delle Orestiadi in programma dal 18 luglio in poi si farà, grazie allo sforzo dei lavoratori dell’omonima Fondazione e degli artisti coinvolti. Ad annunciarlo è il direttore artistico delle Orestiadi, Claudio Collovà. E questo nonostante i tagli inspiegabili della Regione Siciliana e l’indifferenza delle stesse istituzioni regionali.
«Questo – sottolinea Collovà – nonostante la Regione abbia negato alla Fondazione Orestiadi ciò che per legge le spettava, ma grazie al sostegno degli artisti coinvolti nel programma: Maddalena Crippa, Giuseppe Cederna, Moni Ovadia, Gioele Dix, la compagnia Laminarie e il progetto Odisseo di Sergio Maifredi, per citarne alcuni, e all’impegno dei lavoratori della Fondazione che con il loro sacrificio stanno in questo momento assicurando la bellissima riuscita del festival «Orestiadi nel segno del contemporaneo», in corso in queste settimane: una rassegna importante con 35 spettacoli di danza, musica, circo e teatro, interamente finanziata dall’Europa. E quindi siamo virtuosi anche in questo».
«Realizzare la XXXIII edizione delle Orestiadi di Gibellina – prosegue il direttore artistico – significa credere in noi stessi, che lavoriamo con passione e dolore allo stesso tempo. Significa rispettare i contratti con gli artisti e continuare a vivere il nostro lavoro nel modo più etico possibile. La fiducia in chi dovrebbe tutelare, proteggere, investire nelle istituzioni culturali più significative dell’Isola è decisamente sospesa, se e quando arriverà sarà davvero tardi. Sentiamo troppa indifferenza e ignoranza. Molti di quelli che contribuiscono a spegnere lo spettacolo e la cultura in Sicilia non conoscono Gibellina e la nostra attività. Semplicemente non vengono e non vedono, non imparano a vedere. Ne hanno sentito parlare, ne sono certo, e spesso usano il nome delle Orestiadi senza conoscere realmente la ricchezza di questo luogo e la sua potenzialità».
«Noi che la conosciamo fino al punto di sentirla nostra, stiamo facendo tutto il possibile e anche l’impossibile per non interrompere bruscamente la storia di un festival di altissimo profilo culturale, e il rapporto con il ministero».
«La chiusura di un luogo meraviglioso che non sentiamo solo nostro ma di tutta l’Italia – conclude Collovà – verrà scongiurata dal pubblico, dagli artisti, dai lavoratori dello spettacolo. I politici passano, le Orestiadi no. Chiediamo il sostegno di tutti quelli che, arrivati qui e in qualsiasi ruolo, hanno conosciuto la possibilità della bellezza».