Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/06/2014 06:31:00

All'Agenzia Nazionale dei beni confiscati arriva Postiglione. Prende il posto di Caruso

Il giorno dopo il fallimento del gruppo 6Gdo di Castelvetrano - forse il punto più basso toccato nella recente storia della lotta alla mafia nel nostro Paese - arrivano  novità per la tormentata vita dell'Agenzia Nazionale dei beni confiscati alla mafia. Nella tornata di nomine di venerdì scorso, infatti, il consiglio dei ministri ha nominato il nuovo direttore della struttura, il prefetto Umberto Postiglione. La nomina avviene anche nell'ottica della riforma, già programmata dall'esecutivo, di un ente che finora «ha funzionato malissimo», come ha spiegato, qualche mese fa, anche Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Anticorruzione.
«Non ho le forze», aveva ammesso lo scorso settembre il direttore dell'Agenzia, Giuseppe Caruso, segnalando la «paralisi» di un'autorità che, invece, è chiamata a gestire i patrimoni confiscati alle mafie: gli ultimi dati parlano di oltre 11mila immobili e oltre 1770 aziende. Così il Governo, proprio nel senso di una revisione dell'ente, ha nominato, su proposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano, al posto di Caruso, il cui mandato era già scaduto, il prefetto Umberto Postiglione, che è stato commissario straordinario della Provincia di Roma ma anche prefetto di Palermo e capo del Dipartimento per gli affari interni e territoriali.
Cambia, inoltre, sempre sul fronte della lotta alle mafie, anche il commissario straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura: è stato nominato Santi Giuffrè, alto dirigente della Polizia di Stato che è stato direttore centrale della Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali.
Prende il posto di Elisabetta Belgiorno, che passa, invece, al vertice del dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali.
In base alla legge 410 del ‘91, infine, sempre in tema di lotta alla criminalità organizzata, è «a disposizione con incarico» anche il prefetto Angelo Carbone.

Ma come cambia l'Agenzia?  Il governo ha allo studio un provvedimento - 'Misure per rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata ed ai patrimoni illecitì - che contiene anche l’introduzione del reato di autoriciclaggio e nuove norme sullo scioglimento degli enti locali infiltrati dalle mafie. All’Agenzia afferiscono quasi quotidianamente patrimoni alle mafie confiscati: gli ultimi dati parlano di 11.238 immobili e 1.708 aziende. Sono soprattutto queste ultime a far emergere negatività, con il fallimento dello Stato "manager". Accade infatti spesso che le aziende, come il caso del gruppo 6 Gdo di Castelvetrano,  floride fin quando stanno in mani criminali, si sgretolino nel momento in cui le prende lo Stato. Per evitare ciò, il Governo prevede una separazione tra proprietà e gestione.
«Bisognerà distinguere - spiega  il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico - gli assetti produttivi dalla proprietà per evitare che le aziende muoiano durante l’amministrazione giudiziaria. Quando un’azienda ha potenzialità, ma è inquinata dalle mafie, deve esserne liberata ed affidata a terzi con procedura di evidenza pubblica oppure assegnata ai lavoratori». Saranno inoltre più selettivi i criteri per accedere all’Albo degli amministratori giudiziari dei beni confiscati e ciascun amministratore non potrà avere più di un incarico. Altra novità di rilievo è la sede unica a Roma dell’Agenzia, con le prefetture a fungere da articolazioni sul territorio.
L'organismo, voluto nel 2010 dall’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha attualmente la sede principale a Reggio Calabria (scelta come città simbolo del contrasto alla criminalità organizzata) e sedi distaccate a Roma, Palermo, Napoli e Milano. Il ddl punta così a superare i problemi dell’organico ristretto che hanno sempre afflitto l’Agenzia. Infine, a guidare la struttura col direttore, prevede il ddl, secondo quanto anticipato da Bubbico, «sarà un Comitato direttivo cui prenderanno parte anche rappresentanti del ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, mentre la presidenza del Consiglio darà gli indirizzi».

Queste invece le priorità di Libera: 1)introdurre modifiche normative finalizzate a difendere e rafforzare il principio del riutilizzo sociale dei beni confiscati, prevedendo la loro vendita solo in casi residuali; 2) assicurare che l'Agenzia nazionale possa funzionare veramente con personale qualificato e un'unica sede a Roma presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; 3) rafforzare le sezioni misure di prevenzione dei Tribunali per far fronte al numero crescente di sequestri; 4) dare piena attuazione all'Albo degli amministratori giudiziari per poter contare su professionalita' adeguate; 5) utilizzare il piu' possibile le liquidita' rimaste troppo a lungo bloccate nel Fondo unico giustizia; 6) garantire l'accesso al credito per lo start up di cooperative e imprese giovanili; 7)prevedere la destinazione delle risorse della programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 per il sostegno ai progetti sui beni e sulle aziende confiscate; 8) tutelare i lavoratori onesti delle aziende e incentivare la nascita di cooperative di dipendenti; 9)estendere la possibilita' di destinare le aziende per le finalita' sociali e agli enti territoriali; 10) assegnare in via anticipata i beni e aziende sin dalla fase del sequestro per evitare che rimangano inutilizzati e si perda il loro valore economico-sociale.