Tre testimoni sono stati ascoltati nell’ultima udienza del processo a dodici persone rimaste coinvolte in un’indagine su una serie di truffe nella compravendita di auto di grossa cilindrata sull’asse Italia-Germania. Un’inchiesta condotta dai carabinieri che a fine luglio 2007 era sfociata nell’emissione di otto misure cautelari. Due furono le persone arrestate: i fratelli gemelli Giovanni e Giorgio Arena, entrambi pregiudicati, originari di Palermo ma residenti a Marsala, dove gestivano ‘’di fatto’’ la ‘’Autoelite srl’’. L’obbligo di dimora fu, invece, disposto per Pietro Giuseppe Centonze, pregiudicato e sorvegliato speciale, cugino del capo mafia di Marsala Natale Bonafede. Dell’organizzazione avrebbero fatto parte anche altre cinque persone, per le quali il gip dispose misure cautelari alternative. Il divieto di dimora a Marsala fu ordinato per Elena Ventura, palermitana, madre dei fratelli Arena e amministratore dell’ “Autoelite”, mentre l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fu ordinato per i marsalesi Domenico Crimi, Giuliano Balsamo, Gianvito Marino, e Saverio Fici, tutti dipendenti dell’Autoelite. Rinviati a giudizio anche quattro titolari di agenzie di pratiche automobilistiche accusati di falso. In Tribunale, adesso, sono stati ascoltati Vito Zarzana, Giuseppe Di Girolamo ed Enrico Mercurio. Rispondendo alle domande del pm Sabrina Carmazzi, Zarzana ha detto di aver lasciato all’autosalone la sua auto Mitsubishi, ma non gli è stato mai saldato il debito. Per questo, lui non diede i documenti del mezzo. ‘’Fino al luglio 2007 – ha inoltre dichiarato il teste - ricevevo multe dell’auto che avevo venduto. Avevo avuto rapporti con Giovanni Arena. Nel 2006 Domenico Crimi è venuto a Partanna con un certo Saverio a portarmi un acconto di 3 mila euro. Poi, Benedetto Crimi, padre di Domenico, nel novembre 2006 mi ha fatto sapere che avrebbe saldato dandomi i 4500 euro che mancavano per completare il pagamento dell’auto. Solo allora, ho risposto, io avrei dato i documenti. Ma non fui mai saldato. Poi cancellai l’auto al Pra’’. Di Girolamo ha, invece, raccontato di aver comprato una Citroen C3, ma poi, in seguito alla denuncia della precedente proprietaria, il veicolo fu sequestrato. Riuscì ad ottenere il dissequestro, ma senza i documenti. Ora la vettura è ferma. Mercurio, infine, nell’ottobre 2006, si recò all’Autoelite per vendere la sua Ford Ka. Si accordò con Giovanni Arena per 3 mila euro lasciandovi il mezzo, ma dopo tre mesi non aveva ancora notizie. Si recò, quindi, all’autosalone, ma lo trovò chiuso. Raggiunse Arena telefonicamente, ma riuscì mai a incontrarlo. Alla prossima udienza, il 6 ottobre, saranno chiamati a deporre altri otto testi del pubblico ministero.