Saranno due medici legali di Milano - Eleonora Burgazzi e Riccardo Pettorossi - e un criminologo ad accertare se il boss Bernardo Provenzano debba o meno restare in carcere. Il tribunale di sorveglianza di Milano, competente in quanto il capomafia è detenuto a Opera, ha d'ufficio nominato i periti per verificare le condizioni del padrino di Corleone e un'eventuale sospensione dell'esecuzione delle pene che questi deve scontare.
A indurre i magistrati a valutare una possibile scarcerazione del boss è stato il certificato medico redatto dal responsabile della Medicina 5 dell'ospedale San Paolo - Provenzano è ricoverato nel reparto detenuti del nosocomio milanese - e inviato dal medico al gup di Palermo davanti al quale pende il procedimento in cui il boss è imputato per la trattativa Stato-mafia. Il processo è al momento sospeso per la incapacità del capomafia di parteciparvi e periodicamente il giudice è tenuto a valutare la possibile ripresa delle udienze.
Nel certificato Casati parla di «stato clinico del paziente gravemente deteriorato e in progressivo peggioramento», di «stato cognitivo irrimediabilmente compromesso» e di
«incompatibilità con il sistema carcerario».
Il parere del medico è stato inviato anche al tribunale di sorveglianza che ha fissato un'udienza per l'eventuale differimento della pena. I periti dovranno pronunciarsi entro il 3 ottobre, data in cui le parti discuteranno.