di Leonardo Agate - Entro pochi giorni é prevista la sentenza di appello per il caso Ruby, dalla quale il Cavaliere spera e teme. Si sa che i giudici, benché colleghi dei pm, e organizzati in una carriera unica, a volte disconoscono le ragioni avanzate dagli inquirenti per condannare. Capita che confermino le richieste dell'accusa, ma a volte che non le condividano e assolvano l'imputato.
Nel primo grado del giudizio, l'ex premier é stato condannato a sette anni di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il reato é costituito dall'aver fatto prostituire una minorenne e dall'aver fatto pressioni presso la questura di Milano per farla assegnare al consigliere regionale Pdl Nicole Minetti, invece che ai servizi sociali. Su questa vicenda ormai annosa - i fatti risalgono al 2010 - sono state stampate milioni di pagine di giornali. La notorietà e il posto occupato dall'indagato - all'epoca dei fatti presidente del Consiglio - hanno colorato con effervescenza una vicenda che altrimenti avrebbe avuto una limitata pubblicità, e sarebbe finita nel dimenticatoio. Invece, in questo particolare caso suscita ancora grande attenzione, e divide in modo netto i colpevolisti dagli innocentisti. Questi due termini, "colpevolisti" ed "innocentisti", bisogna prenderli con le pinze, perché non si tratta solo di considerare obbiettivamente colpevole o innocente Berlusconi, quanto di aggiungerci dai primi tutta la riprovazione del mondo per un vecchio sporcaccione che offende la morale; e dai secondi di giustificare l'imputato, facendo intravvedere che piuttosto di un normale processo a un vecchio vizioso, si tratta di un processo a 360° sulla sua figura pubblica.
Nessuno oggi può sapere cosa deciderà la Corte di appello. Ma gli italiani, almeno quelli che non sono legati alle greppie dei partiti, si sono fatta un'idea loro, che non coincide del tutto con la corrente di pensiero dell'una o dell'altra categoria dei legulei. Quello che pensa l'italiano libero da legami fuorvianti e in sostanza di buon senso é questo: Karima El Mahroug, in arte "Ruby Rubacuori", quelle notti in cui si recò a ad Arcore, nella villa di Berlusconi, non aveva compiuto 18 anni - l'accusa sostiene che ne aveva 17 e mezzo - e partecipò ai riti moderni e antichi cui il Cavaliere aveva adibito la sua residenza. Tra balli e spogliarelli, "figure" erotiche, "seggiole" e "trenini" é stata alla fine scelta per entrare nella segreta stanza dell'amore berlusconiano, e consumare sul suo letto l'atto finale e proibito. Fino a questo punto la gente ci arriva. Dove comincia ad avere dubbi é sul fatto che Berlusconi fosse in quel fatidico momento al corrente della minore età della partner. Gli accusatori ne sono convinti, e su questo si basa la severa richiesta di condanna. Essi argomentano che, se Berlusconi telefonò alla Questura per consigliare di affidare Ruby al consigliere regionale Minetti, vuol dire che sapeva della minore età della sua concubina. Altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di telefonare, dato che una maggiorenne la può dare a chi vuole, e non può essere assegnata alle cure di chicchessia. Sennonché la telefonata del Cavaliere alla Questura é successiva di circa un mese rispetto all'ultima visita di lei ad Arcore, e la conoscenza dell'età della ragazza potrebbe ben essere stata acquisita dall'imputato successivamente allo svolgimento degli episodi incriminati. Ecco, é proprio la contestualità della conoscenza dell'età della giovane, da parte del ganzo al momento dell'atto sessuale, ad apparire un'ipotesi piuttosto che una sicurezza. Sulla conoscenza di quella precisa età in quel preciso momento si basa la richiesta di condanna.
Ruby Rubacuori era allora una splendida ragazzona, scappata da casa da tempo per inseguire il successo a tutti i costi. Diceva di essere maggiorenne, ed era difficile non crederle vedendola. Passaporto alla mano, chiunque avrebbe potuto accertare che, quelle fatidiche notti, non aveva compito 18 anni. Ma chi chiede il passaporto a un'avvenente ragazza che da qualche anno conduce una vita vivace? L'opinione pubblica che sta fuori dal coro, la maggioranza non allineata con il politically correct ha notevoli dubbi sulla colpevolezza consapevole del gaudente riccone. Pensa che se prediligesse le minorenni, ne avrebbe fatte arrivare a frotte alle sue feste. Invece, sembra che l'unico caso sia quello di Ruby.
Non sono un giurista, e non so se i giudici di appello troveranno manchevolezze nella ricostruzione dell'accusa. Aspetto la sentenza, senza nemmeno dire che ho grande fiducia nei magistrati. La mancata - finora - separazione delle carriere inquirente e giudicante rende più arduo ai giudici di contrastare le richieste degli inquirenti. In questo senso la sentenza di appello potrebbe essere segnata. Confermati i sette anni di carcere a Berlusconi, il vecchio sibarita perderebbe anche il beneficio dei tre anni derivante dall'indulto relativo alla condanna per frode fiscale. Il Cavaliere della Repubblica Silvio Berlusconi dovrebbe passare i prossimi dieci anni in carcere, fin oltre ai novanta di età. Lunga vita a lui!