Un controllo capillare delle gare di appalto, grazie al protocollo firmato ieri dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il direttore centrale dell'anticrimine della Polizia di Stato, Nicola Zito, fino qualche mese fa questore di Palermo. Il protocollo d'intesa, alla cui firma hanno presenziato anche l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, e la segretaria generale della Regione, Patrizia Monterosso, prevede un finanziamento di 130 mila euro che consentirà di digitalizzare gli archivi e di mettere in contatto tra loro le questure siciliane con quelle del resto d'Italia. Dunque, collaborazione stretta tra Regione e Polizia per impedire infiltrazioni mafiose, truffe e corruzione negli appalti pubblici.
«Questo lavoro ha già iniziato a dare i suoi primi frutti - rileva Zito - a partire dai recenti fatti di cronaca o ancora nelle indagini relative alla situazione del precariato (ex Pip condannati o indagati per reati mafiosi, ndr). Un progetto che ci vedrà accanto alla Sicilia per rafforzare una struttura di forte contrasto ai reati soprattutto di tipo economico con un nuovo concetto che si basa sulla forte collaborazione tra le diverse istituzioni per un obiettivo comune».
Per il presidente Crocetta, la collaborazione con la Polizia assume una notevole valenza in una stagione in cui «i coperchi sono saltati» in molti settori dell'amministrazione regionale. «Proprio per questo motivo - aggiunge Crocetta - subito dopo la manovra finanziaria, studieremo la possibilità di aprire gli archivi informatici on line per garantirne l'immediata consultazione da parte delle forze dell'ordine, in modo che ci possa essere un controllo capillare su gare di appalto, affidamenti diretti, bandi di gara, concessioni, autorizzazioni e quant'altro. In questo modo, renderemo più snello il lavoro delle forze dell'ordine».
Il prefetto Zito, da parte sua, ricorda che «questo progetto, fortemente voluto dal capo della Polizia, Pansa, renderà la lotta contro i reati economici e della pubblica amministrazione, ancora più incisiva».
Il controllo preventivo e repressivo delle forze dell'ordine è quanto mani necessario per combattere il fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione. Casi di concussione e di infiltrazioni mafiose sono denunciate quasi quotidianamente. Tuttavia, se al lavoro di polizia, carabinieri e guardia di finanza, non si affianca un ferreo controllo sociale, i risultati rischiano si essere parziali. E l'opinione pubblica per controllare, deve essere informata di ciò che accade in casa propria.