Anche Il Venerdì, il settimanale che esce, appunto, ogni venerdì, con La Repubblica, ha puntato i fari sulla Bandiera Blu. Il riconoscimento sulla qualità del mare che viene assegnato dalla Fee, quest’anno è toccato, tra gli altri anche a Marsala. Non succedeva da 6 anni, e il “premio”, se così si può chiamare, ha gratificato non poco Giulia Adamo, sindaco dimesso di Marsala. Ma ci sono molti dubbi sull’attendibilità del riconoscimento, come abbiamo raccontato più volte. Perché si tratta di un “premio” dato ai comuni che si candidano e che presentano delle autocertificazioni, esaminate dalla Fee, che però non ha dei laboratori. Si fidano delle autocertificazioni. I comuni che vogliono la bandiera blu devono semplicemente rispondere a un questionario. Semplice. Qualche giorno fa siamo riusciti a visionare la documentazione relativa al comune di Marsala, che ha ottenuto la Bandiera Blu per il tratto di spiaggia che va dallo Sbocco al confine con Petrosino. E non sono mancate le sorprese. Dalla pasta con le sarde, alle mezze verità come quelle legate alla fognatura e al piano regolatore. Per concludere con la mancanza, nel questionario della Fee, di alcun riferimento all’abusivismo edilizio nella costa. Il tutto è stato ripreso da Giampiero Cazzato, che su Il Venerdì è tornato sulla questione, lanciando anche un altro dubbio. Ma i comuni pagano per avere la bandiera blu? C’è chi dice di sì, anche fino a 10 mila euro, o qualche centinaio di euro. C’è chi smentisce la cosa, come Claudio Mazza, presidente della Fee Italia. Noi possiamo dire che per il Comune di Marsala non ci sono atti ufficiali, pezze d’appoggio, su eventuali pagamenti alla Fee per la bandiera blu.
Ecco l'articolo de Il Venerdì.
E per fortuna che nella simbologia dei colori il blu sta ad indicare tranquillità ed equilibrio. Capita invece che la Bandiera Blu – assegnata da Fee Italia, la Foundation for Environmental Education, organizzazione non governativa che, dal 1987, premia le località turistiche virtuose delle nostre coste – sollevi ogni anno polemiche a non finire.
“E’ un riconoscimento inutile”, tuona Daniele Mazzoni, presidente dei balenari di Pietrasanta, in Versiglia, dopo la bocciatura di due spiagge del comune. “I nostri sindaci smettano di richiederla”. Anche perché, sostiene, “per partecipare al premio si deve versare un contributo di 10 mila euro”. “Falso”, ribatte Claudio Mazza presidente della Fee-Italia, “la partecipazione è gratuita”. Eppure il sindaco di Pietrasanta, Domenico Lombardi dice che “una quota di qualche centinaio di euro c’è”. Per ottenere la Bandiera blu, che quest’anno garrisce su 269 località del Belpaese, non basta solo la qualità delle acque, ma occorre soddisfare altri requisiti, che vanno dall’educazione ambientale, alla raccolta dei rifiuti, ai servizi offerti. Insomma un pacchetto completo. E così può capitare che si abbiano acque non eccelse, ma, ad esempio, una pista ciclabile o una buona raccolta differenziata e passare davanti a chi vanta “solo” un mare cristallino. Inoltre il premio viene assegnato solo ai Comuni che si candidano e che rispondono ad un questionario. “E’ una certificazione, non può che essere volontaria” spiega Mazza. “Noi la mandiamo a tutti, poi c’è chi decide di partecipare e chi no. Nella giuria che assegna le bandiere blu non c’è solo la Fee, ma soggetti istituzionali compresa la presidenza del Consiglio e specialisti privati. I criteri? Rigorosi”. Anche se va detto che la Fee non ha laboratori propri o strumenti per effettuare analisi. Intanto dopo la Bandiera Blu assegnata ad un tratto di costa nel comune di Marsala, TP24.it, giornale online del trapanese ha titolato: “Ecco come l’ha vinta: con la pasta con le sarde e mezze verità”. E già, perché, racconta Giacomo Di Girolamo, il direttore del sito “tra i parametri chiesti da Fee Italia c’era pure l’indicazione del piatto tipico. Mancava, invece, un riferimento alla speculazione edilizia che strangola la nostra costa”. A contestare Fee-Italia pure Legambiente, che solleva dubbi sul riconoscimento dato a Chiavari e Lavagna, in Liguria, località, “fortemente inquinate”. Spiaggia che vai bandiera che trovi.