Le intercettazioni, nel carcere milanese di Opera, dei dialoghi tra il boss Totò Riina e l’esponente della Sacra Corona Unita Alberto Lorusso non finiscono di sorprendere.
Il capomafia corleonese, infatti, si lascia andare a numerose confidenze, alcune delle quali sono destinate a finire agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia, in corso a Palermo. Secondo quanto sostenuto dal padrino, il presunto rapporto tra l’organizzazione malavitosa da lui guidata e l’ex premier Silvio Berlusconi si sarebbe basato anche su una dazione di denaro.
Grazie ai buoni uffici dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, infatti, si sarebbe raggiunto un accordo per assicurare protezione alle aziende dell’imprenditore:“Berlusconi ci dava 250 milioni ogni sei mesi- dice Riina- si è messo d’accordo e ha mandato i soldi a colpo.” L’ergastolano, tuttavia, precisa di non aver mai incontrato direttamente il leader di Forza Italia, perché “non era famoso ai miei tempi”.
Sulle circostanze riferite in questi colloqui dal criminale proseguono gli accertamenti, nel quadro dell’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Di Matteo, Del Bene, Tartaglia e Teresi.