Servirà? Impegnare partiti e movimenti politici affinché non vengano candidati soggetti coinvolti in reati di criminalità organizzata contro la pubblica amministrazione, di estorsione ed usura, di traffico di stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti e di altre gravi condotte. E' quanto prevede il Codice etico approvato all'unanimità dalla Commissione Antimafia e presentato dalla Commissione presieduta da Rosy Bindi.
Auspicio della Commissione è di trasformare questo Codice in un disegno di legge che vada a integrare la legge Severino. "Penso riusciremo a presentare un disegno di legge - ha detto Bindi - certo, ho visto quanta fatica abbiamo fatto a approvare la legge Severino. So che perchè questo disegno di legge diventi legge, il percorso sarà molto più impegnativo".
La Commissione Antimafia si era già dotata di un Codice di regolamentazione che, nelle ultime tre legislature, era stato offerto a tutte le forze politiche. "E' stato tuttavia importante ritornare su questo argomento e riscrivere il Codice - ha spiegato Bindi - sia per le novità introdotte dalla legge Severino sia in seguito ai nostri approfondimenti che ci hanno portato all'approvazione del 416 ter e a dare particolare attenzione ai cosiddetti reati spia, primo fra tutti la corruzione".
Bindi ha ricordato che a fine ottobre si terranno elezioni comunali a Reggio Calabria, che entro la fine di settembre vanno presentate le liste e a fine novembre si terranno elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria, oltre a elezioni in vari comuni italiani. "Abbiamo voluto stilare un nuovo Codice che non ha valore sanzionatorio ma è un invito morale alle forze politiche a presentare persone che rispondano a precisi requisiti. La politica vanno compiuti gesti e scelte che la rendano inattaccabile e impermeabile ai poteri mafiosi", ha concluso Bindi.
Anche il vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava difende la novità del codice: "La commissione antimafia ha scelto non solo di approvare un codice etico molto rigoroso ma ha assunto l'impegno, e questa è una novità assoluta, di vigilare concretamente sulle liste elettorali per segnalare all'opinione pubblica quei candidati e quei partiti che violeranno il codice da loro sottoscritto. Primo banco di prova saranno le elezioni a Reggio Calabria, comune sciolto per mafia ma ancora fortemente sottoposto al ricatto della 'ndrangheta. Non possiamo più delegare la lotta alla mafia al solo lavoro dei magistrati: occorre pretendere che la politica recuperi fino in fondo il proprio senso di responsabilità. E se ciò non accadrà, sarà importante poter fare affidamento sul lavoro di monitoraggio e di denunzia politica della nostra commissione".