Coincidenze dell'antimafia. Proprio nel giorno in cui viene resa pubblica la sentenza che di fatto confisca tutti i beni ad Anna Patrizia Messina Denaro e a suo marito Vincenzo Panicola, il Ministro dell'Interno Angelino Alfano si reca in visita istituzionale a Castelvetrano, città del capomafia Matteo Messina Denaro. Anzi, ex città, dato che il Ministro è venuto per due motivi, e il primo è ascoltare in sala consiliare del Sindaco Felice Errante, davanti ai suoi colleghi, e ai politici tutti di Castelvetrano, che il capo di Cosa nostra è stato cancellato dall'anagrafe, non è più residente a Castelvetrano. All'arrivo in Municipio Alfano è stato accolto dall'inno di Mameli cantato da alunni della scuola elementare "Ruggero Settimo", quella che da bambino frequentò Matteo Messina Denaro sulla cui cattura il ministro si è augurato «che avvenga al più presto».
Poi Alfano è andato al centro commerciale Belicittà, quello che fu del socio di Messina Denaro, il mafioso Giuseppe Grigoli, e che poi lo Stato ha confiscato. Lì ha inaugurato il nuovo supermercato, del gruppo Sisa Egadi, che nasce sulle ceneri del Despar fatto fallire durante l'amministrazione giudiziaria. Il Gruppo 6Gdo, che gestiva supermercati con il marchio Despar nella provincia di Trapani e in parte in quelle di Agrigento e di Palermo, fu confiscato nel 2013 a Giuseppe Grigoli, considerato il «cassiere» del latitante Messina Denaro. A giugno il Tribunale di Marsala dichiarò fallita l'azienda. Nel supermercato saranno ricollocati 40 lavoratori.
"Sono orgoglioso di essere qui a Castelvetrano: oggi vinciamo tutti, lo Stato, la Chiesa, la società, i lavoratori", ha detto Alfano, sorvolando sul fatto che in realtà alla soluzione di ieri si è arrivati dopo che il gruppo è stato fatto fallire (400 i lavoratori delle società collegate) e poi è stato smembrato per darlo in affitto. Alfano, tra l'altro, all'arrivo, è stato contestato da un gruppo di persone. Sull'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata Alfano ha aggiunto: «E' diventata una grande società immobiliare che è titolare di 1.700 aziende. Nella riforma della sua governance dobbiamo introdurre maggiore managerialità perché l'obiettivo è mantenere i livelli occupazionali delle aziende in amministrazione giudiziaria». Il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell'Agenzia, ha annunciato che è stato firmato un accordo con la Esse Emme, l'azienda che gestisce anche il punto vendita all'interno di Belicittà, che si è impegnata ad assumere altri 109 lavoratori. «Entro novembre apriranno altri otto punti vendita e a mano a mano gli altri e stiamo lavorando per riattivare il Centro di distribuzione»
Immancabile, poi, il commento del politico-ovunque del mondo dell'antimafia, il senatore del Pd Beppe Lumia: "La riapertura a Castelvetrano dell’ipermercato confiscato al prestanome di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Grigoli, è una vittoria per lo Stato nei confronti di Cosa nostra. In questo caso le istituzioni hanno dimostrato che si può lavorare nella legalità garantendo i diritti dei lavoratori e promuovendo lo sviluppo sano del territorio”. “Adesso – aggiunge – è necessario fare diventare sistema questo modello virtuoso, affinchè tutti i beni e le aziende confiscate alle mafie siano riutilizzati a fini sociali e produttivi. Ecco perché stiamo lavorando in Parlamento per migliorare la normativa e ridefinire il funzionamento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati”.
La riapertura a Castelvetrano all’interno del centro commerciale Belicittà, dell’ipermercato confiscato a Giuseppe Grigoli e il piano per le assunzioni dei lavoratori del gruppo 6Dgo, per la Cgil è “un primo importante risultato della lotta del sindacato e dei lavoratori, che hanno portato avanti questa difficile vertenza, che ancora non possiamo considerare conclusa”.
Ieri, intanto, la visita del Ministro Alfano è stata preceduta dalla confisca per un valore complessivo di alcune centinaia di migliaia di euro da parte della Direzione investigativa antimafia (Dia) alla sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, 44 anni, ed al marito di quest'ultima, Vincenzo Panicola, anche lui di 44 anni, entrambi detenuti per associazione mafiosa. Il provvedimento riguarda beni aziendali ed i capitali sociali delle ditte Vieffegi service, Vieffegi impianti e Soropa costruzioni nonché il compendio aziendale di un'azienda olivicola intestata alla sorella del capo mafia, oltre ad alcuni rapporti bancari. Attraverso la Vieffegi, Panicola prestava la sua attività di pulizia all'interno del Centro commerciale 'Belicittà' di Castelvetrano. Vincenzo Panicola, figlio del defunto patriarca mafioso Vito, è detenuto perché ritenuto responsabile, insieme ad altri tra cui il cognato Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro, Leonardo Bonafede e Franco Luppino, di associazione mafiosa quali componenti del mandamento mafioso di Castelvetrano. Anna Patrizia Messina Denaro, ritenuta in contatto con il fratello latitante, per conto del quale smistava i suoi ordini, è stata arrestata dalla Dia nel dicembre scorso, nel corso dell'operazione 'Eden', con l'accusa di estorsione aggravata dal favoreggiamento di Cosa nostra.