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29/09/2014 08:55:00

Danno erariale per 140.000 euro. A giudizio l'ex Sindaco di Alcamo Giacomo Scala

 Con delle consulenze illegittime quando era Sindaco della città avrebbe procurato al Comune di Alcamo un danno erariale di 140.000 euro. L'ex Sindaco Giacomo Scala, del Pd, dovrà per questo comparire dinnanzi alla Corte dei Conti, chiamato in causa dalla procura della magistratura contabile. L'udienza è fissata per il 17 Dicembre. L'inchiesta scaturisce dall'indagine per concorso in abuso d'ufficio (e reati connessi) legata al conferimento di incarichi a soggetti esterni all'amministrazione comunale. Scala, nel 2013, è stato condannato, in primo grado, in sede penale, ad un anno e sei mesi di re-clusione. Gli incarichi in questione riguardano Liborio Ciacio (esperto) e Antonio Fundarò (consulente ufficio stampa ed esperto in comunicazione con funzioni di portavoce del sindaco). I magistrati della Corte dei Conti, nel citare Scala in giudizio, evidenziano che «tutti i disciplinari allegati alle determine contenevano la dichiarazione che il sindaco conferiva l'incarico per esigenze cui "non può far fronte con il personale dell'Ente"». Ma per quanto concerne l'incarico al consulente dell'ufficio stampa, i magistrati contabili rilevano che, all'epoca dei fatti, «era in servizio
presso il Comune di Alcamo Paola Lombardo, laureata in Lettere moderne e iscritta all'Albo dei giornalisti dal settembre 2001
». Quindi non è vero che non c'erano risorse interne, Scala poteva benissimo ricorrere alla dipendente del Comune che già era giornalista, anzichè dare incarico ad un esterno. In merito all'incarico conferito a Ciacio, «il ricorso alla facoltà di nominare un esperto è assolutamente ingiustificato stante la genericità ed evanescenza del l'oggetto dell'incarico». L'ex sindaco di Alcamo ha sempre sostenuto di aver rispettato le normative vigenti in materia.

La condanna a Scala in primo grado gli è giunta quando ancora era presidente dell'Anci Sicilia, l'associazione che accomuna tutti i primi cittadini. I giudici hanno inflitto un anno al segretario generale dell'ente Cristoforo Ricupati.