Ottantatré cittadini del Comune di Alcamo hanno chiesto di essere inseriti come parti civili nel processo che si tiene a Trapani e che - siamo alla fase preliminare - vede imputato per voto di scambio l'ex senatore del Pd Nino Papania. Chiusa l'indagine, che riguarda la promessa di soldi, posti di lavoro, generi alimentari in cambio del voto, aveva fatto scalpore il fatto che la Procura di Trapani nel decreto di citazione a giudizio aveva individuato come potenziali parti offese tutti i cittadini del Comune di Alcamo, tanto che gli atti pubblici dell'indagine erano finiti pubblicati nell'albo pretorio del Comune. Quindi, alcune decine di cittadini hanno preso in parola quanto detto dai magistrati e si è presentato in udienza. Sarà il Gup ora a decidere nella prossima udienza, convocata per il 27 Ottobre, se ammetterli o meno. Ovviamente la difesa di Papania si oppone. Con lui sono imputate altre sette persone, gli ex collaboratori del senatore, Francesco Massimiliano Ciccia e Giuseppe Di Gaetano, e Leonardo e Giuseppe De Blasi, l'imprenditore Davide Piccichè, Giovanni Renda e Leonardo Vicari.
I fatti contestati risalgono alla campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2012. Papania è accusato, insieme con i suoi collaboratori, di avere promesso somme di denaro e posti di lavoro in cambio di voti in favore dell'allora candidato sindaco Sebastiano Bonventre, poi eletto al ballottaggio. L'ex candidato sindaco Niclo Solina, sconfitto per una manciata di voti - tra i due è pendente un giudizio al Consiglio di giustizia amministrativa - ed il movimento Alcamo Bene Comune hanno chiesto di costituirsi parte civile. Analoga richiesta è stata avanzata anche dal Comune di Alcamo e - come dicevamo in apertura - da ottantrè cittadini.