di Leonardo Agate - E' morta Lilli Carati. E' stata stroncata a 58 anni da un cancro al cervello. Non tutti la ricordano, anche perché non tutti amano il genere di spettacoli di cui é stata protagonista. Bella figlia, arrivò seconda a Miss Italia del 1974. Notata da uomini di cinema, fu chiamata a provini ed inserita nel cast di film. Fu protagonista ne "Il corpo della ragassa" di Pasquale Festa Campanile, con il quale ebbe anche una relazione. La droga la provò mano a mano che i ritmi di lavoro si fecero più stressanti. Ne rimase dipendente in un crescendo fino all'eroina. In un programma televisivo Rai si presentò in studio "fatta", e fu allontanata dagli spettacoli delle televisioni serie. Anche per procurarsi i soldi per l'acquisto della droga, si prestò ai film porno, e ne fece alcuni con Rocco Siffredi, che si avviava allora a diventare re del settore.
Due volte tentò di uccidersi per la rabbia di essere caduta così in basso, e preda della depressione. Entrò in una comunità di riabilitazione, aiutando se stessa e i compagni di sventura.
A vedere le sue foto di quando era giovane speranza della celluloide e come diventò ai cinquanta, e a pensare quello che nel mezzo aveva sperimentato sulla sua pelle, viene da dire: " Quanto é fragile e provvisoria ogni immagine di noi nel tempo!"
Tentando un tardivo ritorno al palcoscenico, preparava nel 2011, per la regia di Luigi Pastore, un thriller, ma la diagnosi del male al cervello la costrinse a lasciare.
Chi l'ha conosciuta, ne ricorda le doti umane, di ingenua disinteressata creatura macerata nei vizi degli altri, più che in quelli suoi. Gli occhi intensi, nell'ovale perfetto del viso, le labbra leggermente carnose dei tempi belli, ne avrebbero potuto fare una dolce suora, o una buona madre, se non fosse scattato in lei il bisogno della polverina, che diventò abitudine autodistruttiva, causa e conseguenza della depressione, in cui periodicamente piombava e da cui risorgeva. Ora non risorgerà più.
E' stata una risorsa nazionale in quegli anni bui che stanno a cavallo tra i '70 e gli '80. Furono piacevoli le sue interpretazioni filmiche con valenti registi e piacevolissime le sue esibizioni erotiche successive. Nella penombra delle sale a luce rossa il desiderio che lei suscitò nei centri e nelle periferie, con le conseguenti passionali operazioni, mitigarono il clima di piombo di quegli anni. Durante la notte della Repubblica interpretò la gioia di vivere. Meriterebbe più riconoscenza, ma é destino degli altruisti essere dimenticati dai beneficati.