Ha fatto scena muta, davanti al gip Annalisa Amato, il 73enne marsalese Sebastiano Giuseppe Colicchia, istruttore e dirigente fondatore della società sportiva Diavoli Rossi, che venerdì scorso è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata su una sua allieva minorenne. Nell’interrogatorio di garanzia, infatti, il Colicchia si è avvalso della facoltà, concessa all’indagato, di non rispondere. ‘’E' fortemente turbato - dice il suo difensore, l'avvocato Paolo Paladino - non è nelle condizioni psicofisiche di rispondere. Ci riserviamo ogni iniziativa per quando avremo un quadro più chiaro delle accuse che gli vengono contestate, quando saremo in possesso delle carte’’. Oltre al gip, avrebbe voluto porre domande anche il pm Antonella Trainito, che ha coordinato l’indagine dei carabinieri insieme al procuratore capo Alberto Di Pisa. Domande che non è stato possibile fare. Intanto, si apprende che sabato scorso, all’indomani dell’arresto, nella palestra di via Tunisi dove numerosi giovani tesserati della Diavoli Rossi praticano la ginnastica artistica, diverse madri, solidarizzando con il Colicchia, avrebbero espresso giudizi molto severi contro la stampa che ha riportato la notizia. Alcune di loro, in particolare, in evidente stato di isteria, avrebbero addirittura minacciato spedizioni punitive contro i giornalisti (‘’C’amu a dari lignati, comu si fa a diri sti cosi su un bravu patri di famigghia…’’). L’inchiesta è stata avviata dai carabinieri a seguito della denuncia presentata, ai primi di settembre, dai genitori della ragazza che avrebbe subito gli abusi sessuali. La giovane, spiega una nota dell’Arma, ‘’in diverse e numerose occasioni, quando si trovava in palestra per gli allenamenti, è stata costretta a subire ripetuti abusi dall’arrestato’’. Abusi che, secondo l’accusa, sarebbero stati commessi nell’ufficio dell’istruttore, sul capo del quale, sottolineano gli investigatori, ‘’il Gip ha ritenuto sussistere gravi indizi di colpevolezza’’. La notizia dell’arresto è subito deflagrata in città suscitando non poco stupore.