E' in programma oggi a Marsala la seconda udienza di un processo che vede imputati due medici del Pronto soccorso per lesioni, davanti al giudice Matteo Giacalone. Si tratta di Vito Sciacca Parrinello e Antonio Guarnotta. A denunciarli è stato il fratello di un paziente (S.L., di 51 anni) che il 3 maggio del 2013, poco prima delle 7 del mattino, arrivò al Pronto soccorso con sintomi tipici di una ischemia cerebrale in corso: deviazione della rima labiale e un occhio che tendeva a non allinearsi. Secondo l’accusa, i due medici non si adoperarono tempestivamente per trasferire l’uomo al Villa Sofia di Palermo. Attualmente, S.L. ha ancora un braccio semiparalizzato e difficoltà visive. A difendere i due medici sotto processo gli avvocati Carlo Ferracane e Nicola Sammaritano, che dichiarano: ‘’Il paziente è stato sottoposto a Tac, prelievo del sangue ed è stata chiesta per lui una consulenza neurologica’’. Al momento dell’arrivo di S.L. al pronto soccorso il medico di turno era Vito Sciacca Parrinello, al quale poi subentrò Antonio Guarnotta, che, visti gli esiti degli esami, ha disposto il trasferimento in un nosocomio idoneo per le cure necessaria al tipo di patologia: il Villa Sofia di Palermo. ‘’Come si evince anche dalla relazione dei consulenti della Procura – continuano i due avvocati difensori - il trasferimento è avvenuto entro quattro ore e mezzo, ossia entro i tempi stabiliti dai protocolli sanitari. Gli stessi consulenti hanno riconosciuto la conformità alla scienza medica dell’operato dei due medici. Chiederemo il rito abbreviato condizionato dall’audizione di due nostri consulenti medico-legale, che chiariranno l’inconsistenza dell’accusa’’.
BOCCA DI ROSA. Oggi si terrà a Marsala un'altra udienza del processo a due dei protagonisti della vicenda "Bocca di Rosa", Francesco Panico, gestore del locale, e la moglie: la 36enne tagika Oksana Vodyants'ka. Per il primo, il pm Anna Sessa ha già chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione, invocando 2 anni per la seconda. Al ‘’Bocca di rosa’’ i carabinieri avevano già fatto irruzione la sera del 23 gennaio 2011 per sedare una rissa. Il locale, allora, fu chiuso e Francesco Panico denunciato per favoreggiamento della prostituzione e lesioni personali. Un anno fa, invece, sono scattate misure giudiziarie più drastiche. Arresti domiciliari per Panico e la moglie, divieto di dimora in provincia di Trapani per altre due persone coinvolte nella vicenda, Giovanni Sardo e Salvatore Lo Grasso. Il Bocca di Rosa è un club all’interno del quale, secondo l’accusa, sarebbe stata favorita la prostituzione. I due imputati sono Giovanni Sardo, di 48 anni, e Salvatore Lo Grasso, di 36. Nel locale, secondo l'accusa, diverse ragazze ballavano in costumi succinti o in biancheria intima per poi prostituirsi dietro i privè. Una ventina i clienti, di varia estrazione sociale, sorpresi, un sabato sera, nel blitz dei carabinieri del Norm. L’indagine fu avviata nel gennaio di tre anni fa, quando in un soppalco adibito a privé, tra i cuscini di un divano, fu rinvenuto un profilattico. Interrogate, le ragazze rilasciavano dichiarazioni ‘’lacunose’’, negando il loro ruolo e affermando che si trovavano lì solo per divertirsi, indossando abiti succinti solo ‘’per essere più comode durante il ballo’’. Ammettendo, però, che in città erano ospiti del 53enne Francesco Panico. Furono interrogati anche i clienti e disposte intercettazioni, mentre un carabiniere si fingeva cliente. Si accertava, quindi, l’attività di sesso a pagamento. Scoprendo anche che Panico, per avere il ‘’pieno controllo dell’attività di prostituzione’’, vietava alle ragazze di dare agli uomini il proprio numero telefonico e di avere incontri fuori dal locale. In tal modo, non gli sarebbe sfuggita la percentuale (50%) pretesa sui guadagni. A cronometrare il tempo delle prestazioni era il Sardo, che faceva anche da buttafuori e che con Lo Grasso era responsabile della ‘’logistica’’ e del trasporto delle ragazze dalla stazione ferroviaria agli appartamenti di Panico e al locale. Notevoli i guadagni accertati. In una serata, una prostituta poteva guadagnare 160 euro per 7 consumazioni e 5 privè, facendo incassare al gestore 320 euro. La metà era per loro. Il processo a Sardo e Lo Grasso entrerà nel vivo l’1 dicembre.