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13/11/2014 16:00:00

Lupo: "I mafiosi non sono pecorai, ma uomini d'affari. Grave che la stampa sottovaluti"

 "Trovo molto sospetta quella stampa che ha descritto il boss Luciano Liggio come un pecoraio, è uno schema talmente fuori linea da essere fuorviante. Non si può descrivere la mafia come un'organizzazione ignorante o fatta da pecorai, questa è una grave responsabilità della stampa". Lo ha detto lo storico Salvatore Lupo nel corso dell'incontro organizzato dal centro Pio La Torre "La storia dell'antimafia dal dopoguerra ad oggi", con oltre 500 studenti, nella sala del cinema "Rouge et noir" di Palermo e 16 scuole collegate in videoconferenza da Nord a Sud Italia.

"Purtroppo questo assioma nell'informazione - ha aggiunto Lupo - è ritornato dopo l'arresto di Riina e Provenzano, sebbene si sia trattato di boss più rozzi di Liggio. La mafia sarà anche composta da pecorai, ma è un'organizzazione molto più complessa, i cui vertici sono sempre stati uomini di affari, commercianti, imprenditori agricoli ed edili, anche internazionali. Inoltre, al contrario di quanto detto da Beppe Grillo nella sua recente esibizione a Palermo quando ha parlato di una mafia corrotta dalla finanza, riprendendo un'antica mistificazione, la mafia ha adottato metodi terroristici, uccidendo anche quegli uomini delle istituzioni a cui in passato si era rivolta con deferenza, con l'idea di stabilire un patto''.

''La mafia è una struttura - ha concluso - che garantisce il funzionamento di meccanismi legali e illegali, ma la capacità di stabilire una parvenza di ordine le consente di creare un ponte con politici, uomini di affari e delle istituzioni. Questo a dispetto dei suoi metodi terroristici e delle stragi attuate".