Dovrà rispondere di un'accusa pesantissima l'anziano 74enne di Marsala sottoposto, venerdì, ai domiciliari perchè avrebbe abusato sessualmente della nipote quando la bambina aveva sei anni.
E' fissato per oggi l'interrogatorio di garanzia, e qui il presunto “orco” dovrà decidere se avvalersi della facoltà di non rispondere o raccontare la sua versione dei fatti.
L'uomo è stato arrestato ai domiciliari venerdi, su provvedimento firmato dal Gip Vito Marcello Saladino e chiesto dal sostituto procuratore Nicola Scalabrini che ha coordinato le indagini della polizia.
Vittima dei presunti ripetuti abusi sessuali la nipotina acquisita che all'epoca dei fatti aveva sei anni. La bimba, orfana di madre, veniva affidata periodicamente allo zio. Le indagini sono partite dopo la segnalazione dell'insegnante della bambina che ne aveva raccolto le confidenze. Da qui la segnalazione all'autorità giudiziarie e poi è stata ascoltata anche la bambina. Nella stanza “arcobaleno” della questura, con l'ausilio di una psicologa, la piccola avrebbe raccontato come sarebbero andati i fatti. Abusi che avrebbero trovato riscontro anche nella perizia ginegologica disposta dalla polizia. Smentisce tutto invece il legale del pensionato arrestato, l'avvocato Nino Buffa, secondo cui “la perizia ginecologica non ha accertato i contestati abusi sessuali”. Quindi si profila la richiesta di rimettere in libertà l'uomo arrestato venerdì scorso dalla Squadra mobile di Trapani.
Intanto la comunità è scossa da quest'ultimo, l'ennesimo, caso di presunti abusi sessuali su minore. Un mese fa, il 73enne marsalese Sebastiano Giuseppe Colicchia, istruttore e dirigente fondatore della società sportiva Diavoli Rossi, era stato arrestato ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata su una sua allieva minorenne.
’inchiesta è stata avviata dai carabinieri a seguito della denuncia presentata, ai primi di settembre, dai genitori della ragazza che avrebbe subito gli abusi sessuali. La giovane, spiega una nota dell’Arma, ‘’in diverse e numerose occasioni, quando si trovava in palestra per gli allenamenti, è stata costretta a subire ripetuti abusi dall’arrestato’’. Abusi che, secondo l’accusa, sarebbero stati commessi nell’ufficio dell’istruttore, sul capo del quale, sottolineano gli investigatori, ‘’il Gip ha ritenuto sussistere gravi indizi di colpevolezza’’. La notizia dell’arresto è subito deflagrata in città suscitando non poco stupore. Come quando saltò fuori il caso degli abusi all'Istituto Rubino di Marsala che sarebbero stati commessi dall'allora dirigente dell'istituto e un assistente scolastico ai danni di una alunna all'epoca dei fatti minorenne. Il caso è arrivato già in aula e il processo è alle battute finali.
La presunta vittima di abusi sessuali all’Istituto Rubino (da poco maggiorenne) testimonierà in Tribunale nell’udienza del 22 dicembre. Sarà ascoltata nel processo a Giuseppa Signorelli, 50 anni, ex responsabile dell’unità assistenziale, e a Vincenzo Galfano, di 48, bidello. Entrambi furono posti agli arresti domiciliari il 3 ottobre 2012, tornando in libertà parecchio tempo dopo, con la pesante accusa di ‘’violenza sessuale continuata e aggravata in danno di una minorenne’’. L’arco temporale dei fatti contestati va dal 2006 al 2009. Il processo ha ormai invocato la dirittura finale e dopo la deposizione della presunta vittima ci sarà la requisitoria del pubblico ministero Antonella Trainito. A seguire, le arringhe difensive degli avvocati Stefano Pellegrino, Roberta Piccione e Maurizio D’Amico, che in extremis avevano chiesto di ascoltare in aula due persone. E cioè una ex dipendente del Rubino, una donna che vi lavorava quando l’istituto era gestito dalle suore, e il datore di lavoro di un ragazzo nordafricano che frequentava la struttura di assistenza.