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26/11/2014 06:35:00

Sicurezza a Marsala, tra liti, spari, e tagli alla polizia

 Dopo la lite e i colpi di fucile di sabato scorso, a Marsala la gente torna a preoccuparsi per la propria sicurezza, e a chiedersi se sia normale girare con un fucile calibro 12 per la città. E se sia proprio indispensabile chiudere un presidio di polizia come quello della stradale in via Itria.
Questo dopo i fatti di sabato, che hanno lasciato tutti increduli.
Due uomini litigano, uno spacca una bottiglia di vetro sulla macchina dell'altro. Quest'ultimo, infuriato, va a casa e torna armato di fucile. E' successo sabato sera a Marsala, all'interno del locale Kristal, in via Mario Nuccio. L'uomo armato di fucile è Giancarlo Titone, 32 anni, con precedenti penali alle spalle. Titone dopo la lite per futili motivi era andato a prendere il fucile, un calibro 12 con matricola abrasa, e tornato al locale ha prima sparato un colpo in aria e poi entrato dentro alla ricerca dell'altra persona coinvolta nel fattaccio. Non l'ha trovato, ma ha creato tanto panico tra i presenti. Dopo un po' ha fatto perdere le sue tracce andandosene a bordo della sua auto sportiva. Ma grazie al racconto di testimoni e alle immagini della videosorveglianza l’uomo è stato arrestato dai carabinieri di Marsala guidati dal Comandante Carmine Gebiola.
Già lo scorso febbraio, quel locale fu teatro di un altro fatto di violenza, con una gruppo di bulli che ha fatto irruzione in una festa privata e per futili motivi ha picchiato selvaggiamente un ragazzo. Classiche le modalità di azione dei giovani ‘’bulli’’. Prima alcuni spintoni e poi, alla prima reazione, calci e pugni. Edoardo Sarzana, il ragazzo pestato, riportò diverse contusioni: frontale, zigomatica destra, nasale e auricolare, nonché escoriazioni laterocervicali, alle gambe, al braccio e al tronco. Il caso scosse la città e fu argomento di discussione per diversi giorni. I cinque giovani protagonisti della vicenda sono stati poi identificati, avevano tra i 18 e i 17 anni.
Lo sparo di sabato però fa tornare alla mente quelli della scorsa primavera. Quelli di via Roma, quando venne gambizzato Giovanni Angileri, pregiudicato marsalese, per futili motivi. Le indagini dei carabinieri hanno permesso in poco tempo, come accaduto sabato, di identificare gli autori dell’agguato. Anche in questo caso sono state utili le immagini catturate dalle telecamere di sicurezza. Sono scattati tre arresti, e a qualche mese di distanza davanti al gup Francesco Parrinello, hanno patteggiato la pena, per lesioni gravi, il 43enne Giuseppe Barsalona, l’unico dei tre con precedenti penali, e il 36enne Francesco Licari. Al primo, autore materiale del ferimento, il gup Parrinello ha inflitto tre anni e 8 mesi di reclusione, mentre al secondo tre anni e mezzo. Ad entrambi sono stati concessi gli arresti domiciliari, ma con il braccialetto elettronico. Scarcerato invece Massimo Vinci, genero della vittima del ferimento. Ancora irrisolto è invece il caso del ferimento di Gaspare Barraco, avvenuto in un bar di via Trapani, pochi giorni dopo la sparatoria di via Roma. In due a bordo di uno scooter si sono accostati al bar e uno ha sparato all’uomo che era stato colpito di striscio alla gamba destra, e pienamente al ginocchio sinistro. La pista più accreditata era quella della tentata rapina, ma le indagini della polizia sono ancora in corso.
Nei giorni seguenti la gente si era allarmata per l’escalation di violenza. Un po’ come adesso. Ma c’è stata la risposta delle forze dell’ordine, che hanno intensificato i controlli, effettuando diversi arresti anche per detenzione illegale di armi in questi mesi. Se da un lato, però, gli sforzi di polizia e carabinieri portano dei risultati per la sicurezza della comunità, dall’altro c’è il rischio del taglio delle risorse da parte del governo Renzi. A Marsala, infatti, in primavera potrebbe chiudere il posto di polizia stradale di via Itria, in un piano di razionalizzazione delle risorse. La chiusura di una trentina di posti di polizia in Sicilia (4 in provincia di Trapani) ha mobilitato i sindacati di polizia che dopo lo stop agli aumenti di stipendi si sentono ancora beffati.