Si è tenuta a Palermo la "Conferenza agricola Euro-Mediterranea", una delle iniziative promosse per il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Ue. Sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare, energia, crescita economica, cooperazione nel Mediterraneo i temi affrontati. Con un denominatore comune: l'agricoltura. Alla quale è affidato il compito di nutrire, entro il 2050, 9 miliardi di persone, mentre si avvicina l'appuntamento milanese di Expo 2015, dove l'Isola reciterà un ruolo da protagonista. Un'occasione per riunire i rappresentanti di 30 Paesi che si affacciano sul "Mare nostrum", compresi i ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dell'Istruzione, Stefania Giannini, il sottosegretario Giuseppe Castiglione, il ministro egiziano dell'Agricoltura, Adel El Beltagy, il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, l'assessore regionale dell'Agricoltura, Nino Caleca.
«La Sicilia - conferma Caleca - nella qualità di partner istituzionale di Expo 2015 come coordinatore dei Paesi partecipanti al Cluster Bio-Mediterraneo svolgerà un ruolo di primo piano nella costruzione di un'identità mediterranea da intendere come un nuovo umanesimo capace di indicare una via per lo sviluppo equilibrato, compatibile e solidale del Pianeta nei prossimi anni. Lo stile di vita mediterraneo scelto attraverso Expo quale sfida per il futuro è un'occasione per rilanciare la centralità dell'uomo, dei tempi della convivialità, della bontà dei processi e dei prodotti che da millenni rappresentano i valori fondanti della cultura euro-mediterranea. In tale visione le produzioni siciliane dell'agricoltura e della pesca potranno rappresentare, grazie all'eccellenza qualitativa ed all'integrazione culturale, paesaggistica ed ambientale, il "grand cru" del Mediterraneo».
«Come si può produrre di più e meglio - si chiede il ministro Martina - se ci sono meno giovani che si dedicano all'agricoltura? Dobbiamo fare di più. Sono loro la nostra scommessa e il nostro futuro». Ecco perché, ribadisce Martina, «occorre individuare le politiche e gli strumenti per stimolare nei giovani l'interesse e l'entusiasmo per investire in agricoltura, nella pesca e nello sviluppo rurale. Bisogna vincere le sfide del 21esimo secolo producendo sempre più alimenti con sempre meno risorse. È difficile realizzare un progetto come questo, ma riteniamo che rilanciare il dialogo e la cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo nel settore dell'agricoltura sia responsabilità primaria di chi, come noi, crede nella pace e nello sviluppo sostenibile».
Alla fine è stata firmata la "dichiarazione di Palermo", che prevede una serie di misure:
- Promuovere la crescita nelle aree rurali, per l'innovazione, la ricerca e lo scambio di esperienze per lo sviluppo dell'agricoltura, per la lotta agli sprechi, per prendere misure adeguate ai cambiamenti climatici e per la promozione della dieta mediterranea;
- Portare all'attenzione dei Ministri degli Esteri e della Ricerca le principali questione emerse dalla Conferenza, in modo che possano essere prese in considerazione nell'ambito di iniziative politiche all'interno dei negoziati internazionali.