Gli allevatori di pecore, capre e mucche della Sicilia occidentale si riuniscono a Marsala e pongono l'aut aut ai titolari dei caseifici. «O ci date 80 centesimi più iva al litro o da mercoledì non forniremo più latte». Costituita l'«Unione pastori siciliani» (presidente il marsalese Paolo Centonze, vice Enzo Indelicato), la presa di posizione è stata comunicata con una nota inviata all'assessore regionale Antonino Caleca, al prefetto di Palermo e al «Comitato Unione caseifici siciliani», il cui rappresentante è Tommaso Palmeri, della Sicilformaggi di Santa Ninfa.
«Nel resto d'Italia - dicono gli allevatori - il latte è quotato in media un euro al litro più iva, noi chiediamo 80 centesimi. La nostra è una battaglia per la sopravvivenza».
L'Unione pastori siciliani, che conta su 270 associati che operano nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento, prende, dunque, le distanze dai sindacati del settore che, nei giorni scorsi, avevano fatto sapere che sarebbe stato, comunque, trovato un accordo tra allevatori di ovini e bovini e ditte casearie. Attualmente, il latte viene pagato ai produttori siciliani da 68 a 75 centesimi al litro.