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17/12/2014 08:15:00

Acli: "La povertà in Sicilia coinvolge una famiglia su tre"

 La Sicilia, con i suoi 74 euro pro capite, è una delle regioni italiane che investe meno nel welfare sociale. E una famiglia siciliana su due rientra nella classe di reddito più povera, mentre la povertà relativa ne coinvolge una su tre, contro una media italiana del 12,7%. Le famiglie siciliane hanno sempre minori margini per far fronte a spese improvvise o per mettere da parte un gruzzoletto da utilizzare in caso di bisogno; sono impoverite e socialmente vulnerabili, piegate dalla disoccupazione che nell'Isola è passata dal 14,7% del 2010 al 21% del 2013. Purtroppo, ad ogni euro dedicato per far fronte alle spese incomprimibili corrispondono circa 3 centesimi dedicati al tempo libero (il dato nazionale è quasi il doppio) e dunque allo sport, alla cultura, all’investimento sull’istruzione d’eccellenza.

Sono questi alcuni dei dati più salienti rielaborati sulla base delle ricerche Istat dalle Acli nazionali e dalle Acli Sicilia che stamattina hanno presentato a Catania "La famiglia che c'è", il secondo dei 20 incontri regionali che attraverso speciali analisi punta a scattare una fotografia quanto più possibile nitida della realtà socio economicodell’Italia attraverso la cartina tornasole della famiglia.

A presentare i due dossier (regionale e provinciale) c’erano, oltre al presidente di Acli Sicilia e vicepresidente nazionale con delega nazionale alla Famiglia Santino Scirè, l'assessore regionale al lavoro ed alla famiglia, Bruno Caruso, il delegato nazionale ANCI per la famiglia Salvo Sorbello e il presidente di Acli Catania, Franco Luca. Il ricercatore David Recchia delle Acli nazionali ha analizzato i dati dal punto di vista più strettamente tecnico.

Le difficoltà delle famiglie siciliane sono anche il frutto di un welfare regionale che spende una cifra molto bassa pro capite. La fonte di reddito delle famiglie è nel 44% dei casi di origine pubblica (imposte correnti, contributi sociali, prestazioni sociali, altri trasferimenti netti); un dato, quest'ultimo, che supera di 4 punti percentuali il valore nazionale. La distribuzione del reddito incredibilmente non trova un’adeguata risposta dei Comuni siciliani, che investono soltanto il 4,7% del budget a loro disposizione nelle politiche di contrasto alla povertà. Inoltre, la fragilità delle famiglie siciliane emerge anche dallo studio della struttura dei consumi: in Sicilia 1/3 della spesa viene dedicata ai generi alimentari (27,1% vs il 19,4% nazionale), mentre incidono meno le spese per l’abitazione e per la sanità. Sommando tutte le spese necessarie, ossia quelle difficili da eliminare (abitazione- energia-sanità-trasporti-istruzione-alimentari), la situazione appare in tutta la sua drammaticità: in Sicilia il 74,8% delle spese effettuate dalle famiglie sono incomprimibili. Impossibile risparmiare o concedersi svaghi.