Non è stato un buon anno, il 2014, per gli agricoltori della provincia di Trapani E' il bilancio che fa Enzo Maggio, della Cia:
L’anno 2014 sta per concludersi, sicuramente per l’agricoltura trapanese non è stato un anno di buoni risultati. In particolar modo per la viticoltura , i bilanci delle cantine sono stati alquanto disastrosi, le cause non sono da attribuire solo ai Presidenti e ai consigli di amministrazione , ma ai prezzi di mercato, che sono crollati in maniera vertiginosa, mentre i costi di produzione aumentano: dal gasolio, ai prodotti anticrittogamici, ed altri. Il 2014 è stato anche l’anno della peronospera della vite, e tra i vari trattamenti fatti, ed i costi della manodopera, abbiamo riscontrato non poche difficoltà per il raggiungimento della produzione
A questo, si è aggiunto il calo del 30 40% per cento di produzione di uva, se si considera la scarsa liquidazione dei prezzi dell’uva dell’anno scorso, e la scarsissima produzione di uva di quest’anno possiamo a pieno titolo considerare l’annata 2014,tra le peggiori degli ultimi 20 anni. Tanti diritti di reimpianto, in questo stesso anno, sono stati venduti al nord Italia creando ancora di più povertà nel territorio. Se la provincia di Trapani e la zona vocata per eccellenza alla viticoltura , non si capisce come mai nella zona vocata si ci libera del vigneto e nelle zone che hanno temperature non adatte si comprano i diritti dei reimpianti? noi abbiamo viticoltori che sanno ben coltivare i terreni. C’è qualcosa che non va in questa provincia, bisogna capire bene cosa succede, se c’è un disegno ben preciso, oppure la viticoltura debba fare la fine del grano, a poco a poco si e seminato di meno fino ad arrivare all’abbandono ( tranne in qualche piccola realtà del trapanese ) creando migliaia di ettari di terreni incolti. Si vuole far fare la stessa fine ai terreni che attualmente sono coltivati a vigneto? Oppure iniziare a prestare le dovute attenzioni alla viticoltura, quale bene prezioso sia per l’economia che per l’ambiente. Oggi questa nostra Regione è satura di Dirigenti
nel settore agricolo, supera ogni dato nazionale. Mi chiedo: quale supporto danno a parte le istruzioni di pratiche ai bisogni dell’agricoltura? , alle reali necessita del comparto? Viviamo nel più totale abbandono dalla ricerca e dall’innovazione, l’agricoltore, deve fare da sé , coltiva ciò che pensa di coltivare, impianta senza una minima garanzia , e tutto fa a sue spese con la speranza di riuscire a fare qualcosa di buono, mentre i Dirigenti del settore, che sono quelli che dovrebbero dare un supporto, hanno assicurato l’ottimo stipendio . Si spera che nell’anno 2015, la politica faccia la propria parte, ad iniziare dagli enti locali che dovranno svolgere un ruolo primario , non solo nella riduzione delle tasse a riguardo dei terreni agricoli , ma di essere propositivi, di non fare convegni inutili ,ma proposte concrete e dare un pò di speranza ai giovani; considerato che, non ci sono alternative occupazionali nel territorio Trapanese.
Il responsabile CIA
ENZO MAGGIO