Mancano soltanto 9 mesi alla scadenza dei contratti di affidamento dell’esercizio delle autolinee – all’azienda pubblica AST, alle municipalizzate ed alle aziende private -, e la Regione Sicilia non ha ancora effettuato la programmazione dei servizi da mantenere e non ha elaborato un piano regionale dei trasporti. L’ANAV - l’Associazione degli operatori privati di autolinee - ha più volte chiesto un tavolo tecnico di confronto per conoscere i programmi della Regione, da presentare alle 70 aziende aderenti all’Associazione, ed ai 1.500 lavoratori che ogni anno garantiscono gli spostamenti di 30 milioni di passeggeri e che percorrono con gli autobus 48 milioni di chilometri.
Questo è quanto dichiara in una nota l'associazione degli operatori privati di autolinee.
Non solo la Regione non programma e non apre il tavolo, ma ritarda oltre misura l’erogazione dei pagamenti dovuti alle aziende, mettendone a rischio la sopravvivenza, anche se le aziende private si sono mostrate nei fatti competitive e virtuose, soprattutto per la mancanza di sprechi ed i bassi costi di esercizio. Gli operatori di autolinee in Sicilia, come tutte le aziende d’Italia, riscuotono dai viaggiatori l’incasso dei biglietti e degli abbonamenti e ricevono – per mantenere i prezzi sociali – un corrispettivo medio di 1 euro per ogni chilometro percorso dagli autobus. Il più basso corrispettivo d’Italia, ove la media è di € 2,2 per ogni chilometro percorso dagli autobus, anche laddove le autolinee sono state assegnate attraverso le gare.
“Siamo pronti alle gare ma non vorremmo che questo ritardo nella programmazione giustifichi, alla data della scadenza dei contratti di affidamento, il ricorso a provvedimenti d’urgenza pasticciati a danno degli utenti, delle casse regionali e degli operatori privati” ha affermato il presidente ANAV Sicilia, Antonio Graffagnini.
Su alcuni temi citati dalla stampa è necessario fare chiarezza. Più volte si è parlato di “corse fantasma”: corse che non sarebbero effettuate dalle aziende anche se previste dal contratto. Le notizie apparse sulla stampa sono generiche ed auspichiamo che su questo si faccia al più presto chiarezza. Ma una cosa l’associazione intende subito rimarcare: l’ANAV si è fatta più volte promotrice dell’introduzione di sistemi di controllo elettronici su tutti i pullman in servizio. Una soluzione che ha dei costi cui le aziende private si sono dichiarate disponibili parzialmente a contribuire. “Ci rifiutiamo di credere che vi sia in atto una strategia mirata a gettare discredito sull’intera categoria per penalizzare alla scadenza del contratto operatori che si preparano a partecipare alle gare” ha detto il presidente Graffagnini.
Più volte poi si è parlato di “ tratte redditizie” alle aziende private e “tratte in perdita” alle aziende pubbliche. Non esistono linee redditizie e linee non redditizie, ma linee gestite in maniera efficiente e linee gestite in maniera inefficiente. Tant’è che le aziende private assicurano servizi efficienti anche nelle zone più impervie e disabitate della Sicilia (come i Nebrodi e le Madonie) in quantità maggiore alle tratte, dichiarate “in perdita”, esercitate dall’AST presente nei popolosi hinterland delle grandi città. In proposito, le aziende private hanno formalizzato più volte la propria disponibilità ad esercitare le autolinee che l’AST ha ritenuto di abbandonare perché poco remunerative. Per attrarre i viaggiatori non basta esercitare servizi, occorre “curare l’accesso al prodotto” e fidelizzare il cliente. Il punto cruciale è, infatti, orientare il cliente a scegliere i mezzi pubblici in alternativa all’utilizzo della macchina privata. Programmare quindi il percorso più veloce, il posizionamento strategico delle fermate, i servizi offerti in loco, la pulizia dei pullman, gli orari razionali, i centri informazione ed assistenza viaggiatori nonché il costo della tratta.
È necessario, infine, precisare ancora una volta che i contributi alle imprese siciliane di autolinee – inferiori a quelli del resto d’Europa - servono per mantenere bassi i prezzi dei biglietti e rendere il servizio più “sociale” e più conveniente rispetto all’autovettura privata. A fronte delle risorse destinate dalla collettività al settore, le aziende di trasporto siciliane restituiscono all’erario un eguale ammontare in termini di imposte e tasse (contributi previdenziali, accisa sul gasolio, IVA, IRES, IRAP,e altro) come si può facilmente dedurre dai bilanci delle aziende.