Si conclude col pieno riconoscimento delle richieste del Comune di San Vito lo Capo la lunga vertenza che ha visto quest’ultimo contrapposto all’Eas, l’Ente Acquedotti Siciliani oggi in liquidazione.
L’Eas dovrà versare al Comune 320.306,60 euro, e inoltre dovrà pagare 12.200,00 euro di spese legali; la sentenza è stata emessa dalla I sezione civile del tribunale di Palermo (giudice monocratico la dott.ssa Giulia Maisano), il Comune è stato rappresentato dall’avvocato Giuseppe Adragna del Foro di Trapani.
L’Ente Acquedotti aveva presentato due ingiunzioni di pagamento al Comune: una di 150.771,39 euro e un’altra di 45.635,07 euro, rispettivamente per pagamento di canoni idrici relativamente a utenze intestate all’Amministrazione e per costituzioni di messa in mora per mancato pagamento di diverse bollette (debito che il Comune non ha contestato, riconoscendone la fondatezza); a sua volta il Comune aveva avanzato una pretesa di credito nei confronti dell’Eas per un totale di 368.048,88 euro, di cui 152.856,67 per riversamento dei canoni di depurazione e fognario, e 215.184,21 per le riparazioni che l’Amministrazione ha effettuato sugli impianti dell’Eas, del tutto inadempiente.
“Ancora oggi sia l’Eas che la Regione scaricano sui Comuni la responsabilità del fallimento della loro gestione del servizio idrico – denuncia il sindaco Matteo Rizzo – A fronte della assoluta inutilizzazione del personale dell’Ente Acquedotti sono i Comuni che devono gestire un servizio disastrato, e per giunta spesso ci ritroviamo con un contenzioso che non ha alcun fondamento, come in questo caso”.
Il rapporto tra Comune di San Vito ed Eas risale al settembre 1956, quando il primo ha trasferito la gestione dell’acquedotto comunale all’ente regionale, che si era impegnato ad eseguire le opere di urgenza e manutenzione dell’acquedotto nonché alla regolare erogazione idrica agli utenti: “Non sempre la collaborazione è stata ottimale – dice il sindaco Matteo Rizzo – e per di più a fronte di un servizio non inappuntabile ci siamo visti recapitare bollette salatissime senza riscontro”. Il giudice ha valutato “indeterminate” le richieste di pagamento da parte dell’Eas per il pagamento dei canoni idrici e dunque illegittimo il decreto ingiuntivo per i 150 mila e passa euro, riconoscendo valida solo la richiesta dei 45 mila euro per la mora dei mancati pagamenti; tutte accolte invece le richieste del Comune, giudicate legittime e fondate. In sede di liquidazione il giudice ha applicato l’istituto della compensazione impropria, per cui l’Eas dovrà rifondere la somma complessiva di 320.306 euro più gli interessi (368.635,07 euro dovuti, meno i 45.635,07 che il Comune deve pagare).
“Sono soddisfatto per l’esito del giudizio, che dimostra la correttezza dell’azione amministrativa del Comune – dice il Sindaco Rizzo – ma ora mi chiedo se questi soldi arriveranno mai nelle nostre casse, vista la situazione dell’Eas che è in liquidazione; certo però che quei soldi servirebbero tanto per fare fronte alle esigenza della cittadinanza e alle urgenze per l’imminente stagione turistica”.